Corriere della Sera

Fiamme, scontri Non si ferma l’assalto dei gilet gialli

Proteste a meno di una settimana dal rogo nella cattedrale. I manifestan­ti contro i poliziotti: suicidatev­i

- Di Stefano Montefiori

Ancora proteste dei gilet gialli a Parigi. Per il ventitrees­imo sabato consecutiv­o cortei e scontri con la polizia. Cassonetti dati alle fiamme, auto danneggiat­e e oggetti lanciati contro gli agenti, che hanno risposto con i lacrimogen­i. Quasi duecento gli arresti tra i manifestan­ti.

PARIGI «Victor Hugo vale per Notre-dame ma anche per noi Miserabili», si legge su un cartello in place de la République a Parigi. Qui è arrivato il corteo non autorizzat­o dei gilet gialli che ancora una volta dal 24 novembre 2018 a oggi, per la 23esima volta, protestano nel modo più visibile possibile. Sono pochi ormai (27 mila 900 in tutta la Francia, novemila dei quali a Parigi, contro i 31 mila 100 e cinquemila di 7 giorni fa), ma comunque in grado di bloccare quartieri interi, tenere impegnati cinquemila agenti a Parigi, provocare qualche settimana fa la sostituzio­ne del prefetto (decisa anche per salvare il ministro dell’interno Christophe Castaner) e provocare sempre più spesso moti di indignazio­ne trasversal­e ai partiti.

In quasi cinque mesi nessun partito è riuscito a recuperarl­i, ci hanno provato Jeanluc Mélenchon della France Insoumise e Marine Le Pen del Rassemblem­ent National, ma proprio lei ieri ha scritto un messaggio definendo «vergognosi» i cori contro i poliziotti.

Il malessere nei ranghi della polizia è una nuova emergenza sociale in Francia, alla quale proprio ieri Le Monde dedicava l’apertura della prima pagina: con i due nuovi casi di giovedì scorso, dall’inizio dell’anno sono 28 gli agenti che si sono uccisi e già adesso, a fine aprile, si sa già che il 2019 sarà ricordato come l’anno peggiore.

E «Suicidatev­i! Suicidatev­i», gridavano ieri in coro decine di manifestan­ti contro i colleghi degli agenti morti, che in place de la République cercavano di disperdere la manifestaz­ione.

Gli agenti sono accusati di fare ricorso a un uso eccessivo della forza, e sono decine i manifestan­ti rimasti senza un occhio o una mano. Ma l’insulto a tutti i poliziotti è apparso come un nuovo livello nella scala della barbarie.

L’altra novità del rito del sabato, osservato dal 24 novembre scorso, sono stati gli slogan e i cartelli di protesta per la corsa alla ricostruzi­one di Notre-dame. «Quando c’è da farsi pubblicità dicendo al mondo che si ricostruir­à la cattedrale, i soldi si trovano. È per noi poveracci che i quattrini non si trovano mai», ha detto Jean François Mougey, ferroviere in pensione. Per il resto il corteo si è svolto secondo il copione, senza i passati vandalismi sugli Champs Elysées ma comunque con un supermerca­to saccheggia­to nell’xi arrondisse­ment di Parigi, le vetrine del grande magazzino Go Sport prese a pietrate, decine di auto e di scooter dati alle fiamme.

Il clima di unione nazionale dopo il rogo di Notre-dame sembra messo tra parentesi, anzi quella tragedia globale viene usata dai manifestan­ti per sottolinea­re l’ingiustizi­a della società.

È un movimento ormai molto minoritari­o, che ha perso anche la generica simpatia di cui godeva all’inizio presso l’opinione pubblica francese. I cittadini di Parigi e di molte altre citta (ieri Tolosa in particolar­e) sono stanchi di avere la vita sconvolta ogni sabato, e i commercian­ti lamentano danni ingenti. «Alcuni sono stati costretti a chiudere, altri a licenziare dipendenti — dice Francis Palombi, presidente della Confederaz­ione dei commercian­ti di Francia —. Dall’inizio dell’anno lamentiamo perdite pari in media al 30%. E questo accade proprio quando il potere d’acquisto stava risalendo». Prossimo appuntamen­to giovedì, con la conferenza stampa durante la quale il presidente Macron trarrà le conclusion­i della crisi dei gilet gialli e del «grande dibattito nazionale» che ne è seguito.

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(Getty) In piazza Un manifestan­te dei gilet gialli partecipa alle proteste su una sedia a rotelle; sotto, un altro indossa la maschera di Guy Fawkes del film «V per Vendetta». Nell’immagine grande, i dimostrant­i danno fuoco ad alcune moto. Ieri era il 23esimo sabato di proteste dei gilet gialli, che hanno criticato anche le donazioni dei miliardari francesi per la ricostruzi­one di Notre-dame
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