L’amicizia è vita che scorre dentro di te
Elogio di un sentimento che rimane intenso anche a distanza di molto tempo Ha meno sussulti dell’amore Sa nutrirsi anche della ragione e dona insegnamenti preziosi
L’amicizia è un bellissimo sentimento. È lo scambio più ricco, la vita che scorre dentro di te. Ha meno sussulti dell’amore, sa nutrirsi anche della ragione e dona insegnamenti preziosi.
L’amicizia è un bellissimo sentimento. Lo definirei un sentimento intelligente e di solito piuttosto ben calibrato. Purtroppo se ne parla poco, molto meno di quanto meriti.
La narrativa, quella letteraria e quella cinematografica, sono assai spesso rapite dagli estremi emotivi dell’amore tra donna e uomo, dalla sua parte calda, dai suoi elementi più bollenti e incontrollati. E naturalmente anche dai suoi numerosi lati oscuri. Ma l’amore è diverso dall’amicizia, l’amore ha il cuore come proprio centro di gravità. Ed è fatto di eccessi, si ama sempre immensamente, infinitamente, eternamente. Ed è fatto di sbalzi, ciò che il grande scrittore francese Marcel Proust chiamava «le intermittenze».
L’amicizia ha meno sussulti, è una forma di rapporto che sa nutrirsi anche della ragione. Trovo importante che l’amicizia, il suo senso più nobile, riesca a diffondersi. Sottolinearne l’intelligenza non vuol dire affatto sminuirne la forza. Anzi, è un sentimento che ha la capacità di restare intenso, profondo, saldo.
Conosco bene l’amicizia, l’ho vissuta, coltivata, alimentata, e oggi continuo a sentirla dentro. Sono stato amico di Peppino Patroni Griffi in un modo che definirei assoluto, pieno. Le lettere che tanti anni fa lui e io ci siamo scambiati, lettere riportate in un libro, sono un segno tangibile di quella amicizia, ma sono anche un eloquente segno dell’epoca lontana a cui esse appartengono.
Allora c’era proprio l’amicizia, il rapporto tra pari, a colmare il vuoto che esisteva tra i giovani e il mondo degli adulti. La scuola era in fondo un’istituzione distante, i
docenti erano lontani, autorevoli e irraggiungibili, erano i padroni di quel sapere che un giorno avresti conquistato, ma al prezzo di fatiche e perseveranza notevolissime. Per questo, l’apprendimento quotidiano, l’esperienza didattica più entusiasmante, veniva esclusivamente dal rapporto tra coetanei. Era determinante, era forse il solo rapporto vero, il solo possibile nell’organizzazione sociale di quel tempo.
L’amicizia tra pari era incomparabilmente più profonda di quella che si instaurava coi professori. La relazione con gli amici, con individui della tua stessa età, garantiva al rapporto una forza particolare. Certo, in parte è così anche oggi, ma la rivoluzione avvenuta con i sistemi educativi orizzontali, con la nuova vicinanza raggiunta tra docente e allievo, tra genitore e figlio, ha neutralizzato, o almeno ridotto, le distanze che separavano le generazioni nelle epoche che abbiamo alle spalle.
Ci vuol poco ad accorgersi che per tutti noi l’insegnamento più forte, il più autentico, giunge proprio dai coetanei. Ed è per paradosso un insegnamento che contiene un valore più elevato e di maggior sostanza.
Non proviene dall’alto, ma viene da chi sta al tuo fianco, lo raccogli e lo assorbi da un livello che avverti come identico al tuo. Soprattutto per questo, non possiamo
considerarlo un passaggio di informazioni che si muove lungo una sola direzione, dall’alto verso il basso. Rappresenta invece un vero e proprio scambio, nel quale ogni volta grazie al tuo coetaneo stai imparando e stai insegnando, simultaneamente. È un baratto inconsapevole di informazioni e di esperienze, è la vita che ti penetra dentro senza che nemmeno tu te ne accorga, e senza lo sforzo e le fatiche indispensabili richieste dalla formazione accademica.
Grazie all’apprendimento che procura, l’amicizia riesce anche a fornirti strumenti raffinatissimi da usare nei tuoi comportamenti. Devi essere fortunato, e contare fin da giovanissimo su buoni e grandi amici, se vuoi affrontare in modo maturo ed equilibrato la realtà con la quale ogni giorno sei costretto a confrontarti. Grazie ai miei amici, grazie a Peppino, io ho avuto tanta, tanta fortuna.
E posso dire che senza i miei amici non sarei quello che sono.