Corriere della Sera

«Situazione seria Matteo sta pensando di fare un ribaltone? L’idea mi fa paura»

D’uva, capogruppo M5S: caso Siri insostenib­ile

- di Monica Guerzoni

ROMA «Il governo va avanti».

Fino a quando, presidente Francesco D’uva?

«Abbiamo preso un impegno e, nonostante i battibecch­i, dobbiamo realizzare tutti i punti del contratto».

Battibecch­i? Salvini e Di Maio non si parlano più.

«Ora la situazione è un po’ più seria — ammette il capogruppo dei 5 Stelle alla Camera —. Un po’ perché ci sono le elezioni e un po’ perché il caso Siri ci ha colpito per la sua gravità, ma il governo deve andare avanti».

L’indagine per corruzione su Armando Siri è «panna montata», come vorrebbe Salvini?

«Questa cosa è molto preoccupan­te. Il faccendier­e Paolo Arata avrebbe chiesto a Siri un emendament­o per sanare interessi nel campo dell’eolico. Arata risulta socio di Vito Nicastri, che è socio del boss Messina Denaro».

Spera che il premier Conte chieda a Siri di dimettersi?

«Il sottosegre­tario dovrà dimostrare la propria estraneità. Nel frattempo, per opportunit­à politica, sarebbe meglio che facesse un passo di lato. Un governo del cambiament­o non può lasciare che ci siano dubbi sulla longa manus di qualcuno».

Giustizial­isti con gli altri e garantisti con voi stessi?

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La Lega pensa che ci sia giustizia a orologeria Ma De Vito e il Pd dell’umbria dimostrano che è falso

«Non è così, Marcello De Vito lo abbiamo cacciato dopo due minuti».

Raggi però è al suo posto, nonostante le inchieste.

«Su Virginia non c’è mai stata l’ombra di una tangente. Se si parla di corruzione un passo indietro è opportuno, ma sulla sindaca non c’è nulla di tutto ciò».

Il figlio di Arata può restare a Palazzo Chigi?

«Federico Arata ha un ottimo curriculum, ma ci saranno tanti altri architetti poliglotti da poter prendere in consideraz­ione. Abbiamo chiesto a Giorgetti di ragionare sull’opportunit­à che resti. Comunque sull’eolico grazie ai tecnici del Mise non è passato nulla e staremo con gli occhi ancora più aperti».

Per Salvini le azioni dei giudici «non sono un caso». Vuole l’impunità, come accusa Zingaretti?

«Non ci vedo l’orologeria e, se pure fosse, sarebbe contro tutti i partiti, come dimostrano De Vito e il Pd in Umbria».

I ministri della Lega voteranno il Salva Roma?

«Non è un Salva Roma, è un provvedime­nto che elimina la gestione commissari­ale e fa risparmiar­e due miliardi e mezzo per abbassare le tasse ai romani, a costo zero per lo Stato. Mi dispiacere­bbe se, per guadagnare consensi, si facesse del male ai romani. Ma sono fiducioso, sarà approvato senza problemi».

Il vicepremie­r vuole la leva obbligator­ia, magari negli alpini. Lei è favorevole?

«No, siamo assolutame­nte contrari. È un’idea romantica, ma un po’ ottocentes­ca. Oltre a essere molto costosa sarebbe del tutto inutile».

Perché non condannate la foto di Salvini con il mitra?

«Il giorno di Pasqua e degli attentati in Sri Lanka quella foto è l’ultima cosa che avrei voluto vedere. Ma non è stato Salvini a pubblicarl­a, non gli darei tanto peso».

Lo ha fatto il social media manager Luca Morisi, pagato con i soldi pubblici. Può restare al suo posto?

«Salvini decide come spendere i soldi per il suo staff».

Il segretario del Carroccio vuole votare a ottobre?

«Fosse vero, se ne assumerebb­e la responsabi­lità».

Non teme un ribaltone, se Salvini si alleasse con Berlusconi e Giorgia Meloni?

«Un simile scenario mi fa paura, da italiano. Se Salvini vuole fare il governo del vecchio e della restaurazi­one assieme a Berlusconi faccia pure. Ma io non ci credo».

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