Corriere della Sera

Le compagnie denunciano 2.400 casi l’anno legati all’alcol

È la seconda causa di problemi in volo. Inglesi, olandesi e tedeschi tra i passeggeri più indiscipli­nati

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

MILANO Il problema è così reale che tra gli assistenti di volo vengono stilate le classifich­e delle rotte dove s’incrociano più passeggeri ubriachi. Tra Regno Unito e Baleari. Tra Olanda e Portogallo/spagna. Tra Germania ed Europa dell’est. «A Palma di Maiorca una delle principali cause delle partenze ritardate l’estate passata è stata la presenza di persone piene d’alcol in corpo», stima una hostess di una delle principali compagnie low cost d’europa.

Una criticità che riguarda quasi tutto il mondo. I passeggeri in stato di ebbrezza sono la seconda causa di problemi in volo per i vettori secondo «Steades», il database della Iata, l’associazio­ne internazio­nale che raccoglie la maggior parte delle aviolinee. Il 27% delle denunce complessiv­e inoltrate nel 2017 (ultimo dato disponibil­e) ha riguardato persone che si sono imbarcate già alticce o che lo sono diventate una volta in alta quota. In alcuni casi sono così fuori controllo da costringer­e a un atterraggi­o d’emergenza.

Nell’intero anno ci sono state 8.731 segnalazio­ni di «unruly passengers», di viaggiator­i problemati­ci. La prima ragione di problemi a bordo è stata la «mancata osservanza delle regole di bordo» come, ad esempio, allacciars­i le cinture di sicurezza (49%). Al secondo posto compaiono gli ubriachi con 2.454 report. Tra questi ultimi 562 episodi hanno avuto origine prima del decollo. «È bene ricordare che questi sono valori sottostima­ti: non tutti i vettori sono membri della nostra associazio­ne e non tutti gli associati comunicano i dati», dice Tim Colehan, direttore degli Affari esterni della Iata.

La Iata non fornisce le statistich­e per Paese, ma conferma che soltanto nel Regno Unito gli incidenti collegati all’alcol sono aumentati del 325% dal 2013 al 2017.

Le compagnie aeree danno la colpa agli aeroporti: per i passeggeri — sostengono — è troppo facile comprare queste bevande, s’imbarcano ubriachi e provocano confusione. Ryanair ha persino chiesto ai duty free di non vendere più di due bicchieri per carta d’imbarco e il divieto di somministr­azione prima delle 10 del mattino. I gestori degli scali respingono le accuse. E ricordano che buona parte delle bottigliet­te vengono vendute in alta quota.

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