Corriere della Sera

L’ultimo salto dei «base jumper»

Il norvegese che si è lanciato due giorni fa dal Becco dell’aquila 25esima vittima dal 2000 a oggi in quella zona del Trentino

- (da Youtube) Trento Agostino Gramigna

La foto «in volo» Alcuni appassiona­ti si lanciano dal Becco dell’aquila, sito amato dai praticanti del base jumping

IMerano

Bolzano Vicenza Brunico Ortisei l paesaggio maestoso, l’aria limpida, una luce calda e intensa, giù in fondo due specchi d’acqua, il fiume Sarca e il lago di Garda. Deve esser apparsa così la scena al «base jumper» norvegese di 47 anni prima di lanciarsi nel vuoto dal Becco dell’aquila sul Monte Brento a Dro, in Trentino. Erano le 7 del mattino di due giorni fa. Un secondo, l’adrenalina che sale nelle vene, poi il volo con la tuta alare. Ma la sfida è finita drammatica­mente. Il norvegese non ce l’ha fatta ad aprire la vela. Il suo corpo è stato ritrovato nel greto del fiume Sarca: è la prima vittima del 2019.

Dal 2000 a oggi sono già almeno 25 le persone che hanno perso la vita sul Monte Brento, tutte per «base jumping», lo sport estremo che consiste nel lanciarsi nel vuoto con una sorta di tuta-paracadute. Chi ha parlato con le persone che praticano la disciplina Belluno riferisce che è la sferzata di adrenalina che si prova in quei 9 secondi nell’aria prima di aprire il paracadute la molla che li spinge a lanciarsi. Un tempo rapidissim­o in cui si ha come l’impression­e di schiantars­i al suolo. Per la sua configuraz­ione naturale, il Becco dell’aquila è diventato uno dei luoghi preferiti dei jumper di tutto il mondo. Un’attrazione che non rende orgoglioso Vittorio Fravezzi, sindaco di Dro: «Nessuno delle nostre zone ha mai pensato di poter sfruttare così la montagna — racconta —. Una follia, un modo davvero singolare di scherzare con la propria vita. Del resto non vedo cosa posso fare per fermare questa lunga lista di morti».

Le scoperta di Becco dell’aquila da parte dei «jumper» risale alla fine degli anni Novanta. Sono stati alcuni ex paracaduti­sti a fare i primi salti. Da lì è cominciato il passaparol­a, il web poi ha diffuso Dall’alto a sinistra in senso orario: Allisyn Beisner, americana; Maria Shipilova, russa; Edgar Kraus, tedesco; Michel Gaillardou, francese; Leonardo Piatti, pesarese; Abraham Cubo Lopez spagnolo; Reginaldo Gomes da Silva, portoghese; Johann Gruenwald, austriaco la fama del luogo ovunque. Trasforman­dolo in meta da raggiunger­e. Ne è convinto il sindaco Fravezzi. «Uno di questi jumper è diventato famoso in rete per essersi buttato dal ponte di Brooklyn. Ebbene, quando poi si è lanciato anche dal Becco dell’aquila ha trasformat­o il nostro monte in meta per i jumper di tutto il mondo». Le numerose vittime da jumping hanno spinto molti Paesi a rendere l’attività illegale. Il sindaco di

Sfida estrema

Quel monte è una meta per gli appassiona­ti di tutto il mondo. Il sindaco di Dro: «Follia»

Dro dice che la faccenda, dalle sue parti, non è semplice da sbrogliare: «Io ho commission­ato diversi studi giuridici per capire come si può regolament­are. Mi hanno spiegato che si può fare poco. Non posso impedire l’accesso alla montagna. Potrei vietarlo, è vero. Ma poi la regola andrebbe fatta osservare e dovrei piazzare due vigili urbani fissi sulla vetta. Irrealizza­bile». ● Da quando hanno iniziato a diffonders­i le tute alari, la disciplina ha elevato il livello di sicurezza, aumentando la distanza dai possibili ostacoli

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● Il base jumping è uno sport estremo che consiste in un lancio nel vuoto da varie superfici: rilievi naturali, edifici o ponti, per poi atterrare con un paracadute
● Il nome è stato coniato da Carl Boenish nel 1978, in occasione di un lancio da «El Capitan», una formazione rocciosa della California, che egli stesso aveva filmato
● La sigla Base sta per Buidings (edifici), Antennas (torri abbandonat­e o simili), Span (ponti), Earth (scogliere o altre formazioni naturali)
● L’elevata pericolosi­tà di questo sport l’ha reso illegale in molti Paesi; le morti causate dal base jumping tra il 1981 e la fine del 2017 sono state stimate in 331
Cos’è ● Il base jumping è uno sport estremo che consiste in un lancio nel vuoto da varie superfici: rilievi naturali, edifici o ponti, per poi atterrare con un paracadute ● Il nome è stato coniato da Carl Boenish nel 1978, in occasione di un lancio da «El Capitan», una formazione rocciosa della California, che egli stesso aveva filmato ● La sigla Base sta per Buidings (edifici), Antennas (torri abbandonat­e o simili), Span (ponti), Earth (scogliere o altre formazioni naturali) ● L’elevata pericolosi­tà di questo sport l’ha reso illegale in molti Paesi; le morti causate dal base jumping tra il 1981 e la fine del 2017 sono state stimate in 331
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Vittime
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