TORTI E RAGIONI DELLA FRANCIA INSEPARABILE DAI FRANCESI
Caro Aldo, amo molto la Francia ma poco i francesi. Negli ultimi 80 anni ci sono state alcune scelte che non riesco a dimenticare. Una, del 1939, riguarda il trattamento inumano riservato nei campi di concentramento come Argelès agli spagnoli repubblicani fuggiti in Francia quando Franco occupò la Catalogna. La seconda riguarda la guerra d’indocina. La terza è la bocciatura della Costituzione europea nel referendum del 2005. L’ultima è l’intervento militare nel 2011 contro la Libia senza l’accordo con gli alleati europei. Magari lei può indicare altre decisioni riprovevole che confermino i motivi della differenza tra l’amore per la Francia e la diffidenza per i suoi abitanti. Angelo Tirelli Caro Angelo,
Ho ricevuto la sua lettera prima del rogo di Notre-dame, e l’ho tenuta da parte come mi accade per interventi non legati alla stretta attualità ma che offrono spunti interessanti. Sono certo che l’incendio abbia rafforzato gli storici legami che ci uniscono alla Francia e anche al suo popolo, perché non credo sia possibile distinguere un Paese dai suoi abitanti. Qualcuno ha scritto che Salvini ha tenuto a far sapere sui social che quella sera seguiva il Grande Fratello e non la diretta da Notre-dame: mi rifiuto di crederlo, un conto è guardare legittimamente un’altra trasmissione, un altro sarebbe ostentare disinteresse per la sorte di un simbolo della cristianità, soprattutto dopo aver baciato il rosario in piazza.
Per rispondere alle sue obiezioni, caro Angelo, è certo che i francesi potevano fare di più per i combattenti repubblicani, e Blum – leader del Fronte popolare – non se lo perdonò mai; ma noi italiani stavamo con chi radeva al suolo Guernica, terrorizzava i civili, fucilava i prigionieri (senza dimenticare che atrocità ci furono da entrambe le parti). All’indocina si può aggiungere l’algeria: i francesi certo furono più restii degli inglesi a cedere l’impero; ci voleva la grandezza di de Gaulle per riuscirci. Passai la notte in cui fu bocciata la Costituzione europea a casa di Jean-marie Le Pen, e pure io la ricordo come una sconfitta. Disinteressarsi al dopogheddafi fu un grave errore; però non me la sento di rimpiangere il dittatore.