Corriere della Sera

Un visionario nel caos Ora i top-10, Roma e Parigi

- G. pic.

La fortuna è talmente cieca, che non esiste. Nel magico 1976 Adriano Panatta annullò 11 match point a Warwick a Roma e uno a Hutka a Parigi (volée in tuffo di rovescio, puro dadaismo: nessun atleta ortodosso avrebbe mai azzardato un colpo così) per ritrovarsi campione di Roma e di Parigi. Fabio Fognini pecca di modestia quando dice che ha conquistat­o Montecarlo con una buona dose di fortuna. Avanti 6-4, 4-1, con 5 palle break a favore, Rublev andava battuto. Sotto 6-1, 2-1, Coric andava rimontato. E se l’uomo che ha inventato la terra battuta, Rafa Nadal, in semifinale ha giocato «la peggior partita degli ultimi 14 anni», be’, cavoli suoi. La forza di Fognini è stata credere possibile un’impresa impossibil­e mano a mano che i pianeti si disallinea­vano (fuori Djokovic, Thiem, Zverev e Nadal, tutti in ritardo di condizione sul rosso), perché solo dal caos cosmico poteva derivare la meraviglio­sa pace interiore di Montecarlo. Adesso che è diventato il terzo miglior tennista italiano di sempre nel ranking (eguagliato Bertolucci al n. 12, davanti restano solo Barazzutti n.7 e Panatta n. 4, gli antenati senza i quali la grande bellezza di domenica non sarebbe stata possibile), cosa è lecito aspettarsi da un attempato ragazzo di 32 anni che ha perso tempo a litigare con i suoi anni migliori e che oggi scende in campo incerottat­o come Tutankhamo­n? Intanto un record personale: sfondare la barriera dei top-10 (il n. 11 Cilic è a un soffio, 5 punti, il n. 10 Isner è vicino 245 punti). Uscito euforico ma scarico ed acciaccato dal Principato, il buon senso consiglier­ebbe a Fognini di saltare Barcellona per puntare su Madrid (in altura: Federer torna lì sul rosso dopo tre anni non per caso) come training di lusso per Roma. È al Foro, nel torneo di casa (e, non essendo un freddo, Fabio patisce la pressione), che va alzata l’asticella avventuran­dosi oltre i quarti, il suo miglior risultato, per arrivare rodato a puntino e in totale fiducia a Parigi. Il tennis degli Slam (3 set su 5) è un altro sport: è con la combinazio­ne con cui ha fatto saltare il tavolo di Montecarlo, che va decodifica­to.

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