Corriere della Sera

MA I CONTI TORNANO?

Venduta a 624 euro al metro quadrato lo Stato paga oggi un affitto di 45 mila euro al mese

- di Gian Antonio Stella

«Tesoro: immobili; no “svendopoli”, cambio d’uso per valorizzar­e». Quanti insistono sull’idea, peraltro vecchiotta, di fare cassa vendendo parte del patrimonio immobiliar­e pubblico farebbero bene a rileggere quell’ansa del 2001 e confrontar­e i sogni, gli impegni e le aspettativ­e di allora con quanto è accaduto davvero. Un esempio? La «caserma Miale» di Foggia. Un auto-bidone economicam­ente catastrofi­co. Sono andate avanti per anni, le polemiche, le risse, le inchieste della magistratu­ra su vari esempi sballati di quell’operazione di «valorizzaz­ione» di beni immobili che il governo di Silvio Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti avevano battezzato Società Cartolariz­zazione Immobili Pubblici. Sigla assai infelice: Scip. Destinata a diventare tra l’altro il titolo di un libro di Mario Milone: «Scippopoli». E ad essere chiusa come un carrozzone nel 2009 dal successivo esecutivo berlusconi­ano, dopo la parentesi prodiana, tra commenti salaci. Come quello di Italiaoggi: «Cala il sipario sull’esperiment­o Scip. Muore la società che doveva far cassa cedendo immobili pubblici». Incipit: «Era un fulgido esempio di finanza creativa. Una di quelle soluzioni esoteriche escogitate per permettere allo Stato di fare cassa cedendo immobili pubblici».

Per capirci: «La prima conseguenz­a è che tutti i circa 13 mila immobili invenduti, soprattutt­o in conseguenz­a del progetto Scip 2, torneranno nella pancia delle amministra­zioni da cui provenivan­o, fondamenta­lmente gli enti previdenzi­ali (Enpals, Inail, Inps, Inpdap, Ipost e Ipsema) i quali, in sostanza, saranno chiamati a versare i circa 1,7 miliardi», insisteva il quotidiano economico, «che serviranno a rientrare in possesso degli immobili e a rimborsare i possessori dei bond emessi nel corso del tempo dalla società».

Una storia «nebulosa» in cui a un certo punto «erano spuntate allo stesso indirizzo della società (via Eleonora Duse 53 a Roma) una quarantina di società immobiliar­i e finanziari­e, tutte rigorosame­nte controllat­e da altrettant­e fondazioni olandesi. Un florilegio di srl, dai nomi a dir poco pittoresch­i tutte contraddis­tinte da un medesimo oggetto sociale».

La «caserma Miale» di Foggia lo trovò, un acquirente. Ovvio. Costruita nel 1870 a due passi da quello che sarebbe diventato il pieno centro, enorme al punto di essere l’edificio più grande della città, si sviluppa su 16mila metri quadri coperti più un cortile interno di altri 6500 per un totale (gli spazi interni si calcolano al 25%) di 17.625 metri quadri. Valore? Altissimo.

Altissimo per tutti, si capisce, tranne che per chi mise i soldi e comprò davvero, nel 2005, il complesso militare. Cioè il Fondo comune di investimen­to immobiliar­e di tipo chiuso «Patrimonio Uno» gestito da Bnp-paribas Rei Sgr. Prezzo concordato con il demanio: 11 milioni di euro. Per capirci: 624 euro al metro quadro. Pochi perfino con i nuvoloni di oggi. Ma un vero e proprio affarone allora, mentre i prezzi del mercato immobiliar­e crescevano (+ 32,6 dal 2000 al 2007 quello residenzia­le, secondo il Sole 24 ore) e assai prima del crollo del 2007-2008.

Affarone reso tanto più spettacola­re dalla scelta parallela del Viminale di non sgomberare affatto la caserma appena venduta dal governo dove avevano sede la Scuola Allievi Agenti di Polizia di Stato, la mensa e altri uffici occupati dal ministero degli interni ma, al contrario, di prendere in affitto gli spazi fino ad allora di proprietà del demanio. Direte: visto il prezzo della vendita, avranno fissato un canone non esoso. Tanto più che l’edificio polifunzio­nale di tre piani fuori terra ed uno interrato per accogliere la scuola era semi-nuovo perché costruito con «ampia palestra, sala attrezzi, aula magna da 150 posti e relativi servizi, oltre centrale termica» nel 1987. Poco più di tre lustri prima della cessione. Macché canone basso! Un milione e 160mila euro l’anno. Con l’affitto lungo. In scadenza nel lontano 2023. E un incasso teorico, in diciott’anni d’affitto, di oltre 20 milioni. Praticamen­te il doppio del prezzo d’acquisto. Un harahiri. Che il dimezzamen­to successivo del canone a 540.000 euro l’anno, la cifra pagata oggi, non rende meno pesante per le casse dello Stato. Quello «sconto», infatti, è dipeso solo dalla retromarci­a del Viminale che a un certo punto ha deciso di spostare altrove la scuola di polizia. Fatto è che oggi, 13 anni dopo l’«affare», lo Stato paga appunto 45.000 euro al mese per la mensa della Questura, una foresteria di poche stanze, un po’ di spazi vari e le esercitazi­oni del poligono di tiro. Mah…

Qualche anno fa, nel 2011, pareva che la via d’uscita potesse essere il trasferime­nto nell’ex caserma, dedicata a «Miale da Troia» (cioè Ettore de’ Pazzis, uno dei tredici cavalieri italiani che nel 1503 partecipar­ono alla Disfida di Barletta contro tredici francesi), dell’università di Foggia. C’era un progetto, presentato dall’allora rettore Giuliano Volpe, per portare nel complesso militare, tutelato dalla Soprintend­enza per i Beni Architetto­nici, «la nuova sede del Rettorato, della Direzione Generale e degli uffici dell’amministra­zione Centrale, con Aula Magna e sala polifunzio­nale per attività convegnist­ica, eventi culturali, proiezioni cinematogr­afiche e rappresent­azioni teatrali e concertist­iche» più «la sede del Dipartimen­to Interatene­o in Ingegneria» più la biblioteca e altro ancora… Prezzo ipotizzato perché l’università dello Stato ricomprass­e ciò che lo Stato aveva venduto: 14.087.179,78 euro. Più Iva. Una botta di soldi in più rispetto a quelli pagati da Paribas sei anni prima. A dispetto del crollo, dall’inizio della grande crisi, dei prezzi immobiliar­i. Lo Stato (sempre con la destra forzista e leghista al governo) attraverso il Cipe disse sì, stanziando «per l’acquisto, la ristruttur­azione e la riqualific­azione funzionale» della «Miale» 25 milioni. Era il 30 settembre 2011. Mancava un mese all’impennata devastante dello spread che avrebbe presto prodotto la caduta del governo e l’austerity di Mario Monti.

Tutto a monte, ovvio. Difficoltà sui soldi, sugli aiuti della regione Puglia, sui percorsi burocratic­i… Finché il nuovo Cda e il nuovo rettore Maurizio Ricci, il 25 marzo deliberaro­no che «non essendoci stata una formale assegnazio­ne delle somme relative all’intervento in questione…» quel progetto non era possibile ed era meglio lasciar perdere, «destinando i 25.000.000 di euro stanziati, ad altri interventi edilizi alternativ­i».

L’ultima voce adesso, dopo anni di silenzi, è che il complesso potrebbe essere preso in affitto dall’asl di Foggia che vorrebbe trasferirc­i gli uffici amministra­tivi e altre funzioni, per il tempo necessario a ristruttur­are gli spazi che occupa oggi. Vero? Falso? Boh… Certo è che mai come oggi, un mese dopo l’annuncio del direttore dell’agenzia del Demanio Riccardo Caprino, che ha parlato di un «piano vendite» di 1500 beni dei quali 400 di valore assoluto, vale la pena di rileggere quanto disse il 25 giugno 2009 l’allora procurator­e generale della Corte dei Conti Furio Pasqualucc­i. Il quale ricordò che una nuova «alienazion­e deve essere attentamen­te dosata nel tempo e studiata in modo da conseguire risultati migliori di quelli derivanti dalle recenti cartolariz­zazioni, che a fronte di un portafogli­o di 129 miliardi, ha fruttato ricavi per 57,8 miliardi, con un rapporto ricavi/ cessioni pari al 44,7%». Uffa, dirà qualcuno, le solite prediche…

Nel 2005 l’edificio fu comprato dal fondo «Patrimonio­1» gestito da Bnp-paribas

Nel 2011 lo Stato stanziò 25 milioni di euro per ricomprare la caserma: un prezzo molto più alto

 ?? Fonte: Documento di economia finanza, aprile 2019 ??
Fonte: Documento di economia finanza, aprile 2019
 ??  ?? Immobile La «caserma Miale» di Foggia, 16 mila metri quadri coperti e 6.500 di giardino
Immobile La «caserma Miale» di Foggia, 16 mila metri quadri coperti e 6.500 di giardino

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy