Roma, talpa del Comune per Casapound
Sospetti dopo il caso di Torre Maura. «Rivelava notizie sull’accoglienza ai migranti»
Gli investigatori della Finanza ne sono convinti: c’era una talpa in Comune, una donna che rivelava ai militanti di Casapound notizie sull’accoglienza ai migranti. Le indagini su una maestra che lavora per l’amministrazione comunale sono partite dopo i disordini nelle periferie e dopo il caso di Torre Maura. E ora potrebbe scattare la denuncia penale nei suoi confronti.
ROMA Gli investigatori della Finanza ne sono convinti: c’è una talpa, una dipendente comunale che segnala ai militanti di Casapound nome e nazionalità degli assegnatari di case popolari nella periferia di Roma. E ora potrebbe scattare la denuncia penale nei suoi confronti.
Premessa: mesi fa, sull’edificio occupato da Casapound nel quartiere Esquilino, è stata avviata un’inchiesta della procura regionale della Corte dei Conti. Da qui una perquisizione approfondita nell’ottobre scorso, sia pure con modalità insolite (gli occupanti erano avvisati dell’accertamento e inizialmente hanno impedito l’accesso alla polizia giudiziaria). Quindi la scoperta dei finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria che indaga: incrociando nome e cognome di una occupante abusiva è venuto fuori che si tratta di una dipendente del Campidoglio.
Non solo dunque l’inquilina abusiva di Casapound ha un lavoro che la mette al riparo dal disagio delle categorie più fragili, ma potrebbe permettersi un alloggio in affitto. Da verifiche più approfondite è risultato, infatti, che la donna è una maestra d’asilo del Comune. E secondo chi conduce gli approfondimenti potrebbe aver contribuito a veicolare informazioni riservate sull’assegnazione di alloggi popolari in periferia. Come? Le indagini sono al principio ma alcuni dettagli sono trapelati. Da un lato, come è chiaro, la donna conosce bene i vertici del movimento di estrema destra che la ospita all’interno del suo edificio-simbolo. Dall’altro, stando alle verifiche investigative, lei stessa avrebbe accesso a una serie di informazioni privilegiate che vengono dagli uffici comunali, fra cui anche quelli delle politiche abitative che gestiscono le assegnazioni di alloggi popolari. Il suo sarebbe quindi un gioco di sponda con altri funzionari.
La questione relativa alla fuga di notizie si era fatta più delicata nei giorni scorsi quando, in occasione dell’assegnazione di un alloggio popolare a una famiglia montenegrina, a Casal Bruciato, erano esplosi disordini fomentati proprio da Casapound (ma anche esponenti dei Fratelli d’italia avevano partecipato alle manifestazioni anti rom).
Tra i primi a dar voce al sospetto di una fuga di notizie che accompagnerebbe, puntuale, le assegnazioni di alloggi popolari in periferia ci sono i sindacati dell’unione Inquilini il cui segretario regionale, Fabrizio Ragucci, ha puntato il dito contro «dipendenti infedeli all’interno dell’ufficio assegnazioni». Ora la scoperta della maestra capitolina ospite di Casapound (ma sarebbe più appropriato dire che è ospite del Demanio e del ministero dell’università a cui l’edificio è in carico) completa il quadro.
I finanzieri vanno avanti con il loro lavoro ma, sulla vicenda, presto relazioneranno ai magistrati della Procura di Roma.
Sempre che gli uffici comunali non concludano qualcosa prima perché, subito dopo i disordini di Casal Bruciato, è stata avviata un’inchiesta interna anche da parte dell’amministrazione. Il sospetto è che anche altri disordini esplosi nelle periferie romane, in passato, siano stati veicolati dalla «talpa».
Nel 2007 il Comune aveva inserito l’immobile occupato da Casapound in una lista di edifici da sgomberare rinviando però a successivi provvedimenti più operativi. Da allora l’edificio di Casapound è scomparso dalle liste dei palazzi sui quali intervenire.
Abusiva
La donna vive nell’edificio occupato dall’associazione nel quartiere Esquilino