«Siri deve dimettersi» Le 4 domande del M5S L’indagato chiama i pm: io voglio parlare
Così l’imprenditore Arata curava i rapporti con Nicastri
ROMA Dichiarazioni spontanee per poter chiarire la propria posizione negando di essere «a disposizione» dell’imprenditore Paolo Arata e soprattutto di aver ricevuto da lui 30 mila euro per far approvare i provvedimenti sull’eolico. L’istanza del sottosegretario Armando Siri è stata depositata ai pubblici ministeri di Roma e già nelle prossime ore il senatore leghista potrebbe presentarsi al palazzo di giustizia. Proprio ieri il Movimento 5 Stelle ha pubblicato un post sul suo blog per ribadire «la necessità che Siri si dimetta» e rivolgere alla Lega quattro domande sulla posizione di Siri e sui suoi rapporti con l’imprenditore Paolo Arata. Quesiti che il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Mario Palazzi hanno invece deciso di non porre, ritenendo di dover procedere all’interrogatorio soltanto dopo aver esaminato tutto il materiale sequestrato durante le perquisizioni disposte la scorsa settimana nei confronti dello stesso Arata. Anche perché le intercettazioni ambientali dell’imprenditore dimostrano come la rete tessuta con la Lega fosse ormai molto più ampia: numerosi i contatti con esponenti di primo piano del Carroccio, come il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti che ha assunto a Palazzo Chigi il figlio Federico come consulente per il Dipartimento economico.
«Pronti a chiarire»
È stato il difensore di Siri, l’avvocato Fabio Pinelli, a confermare ieri di essere «pronti a chiarire, qualora fosse ritenuto necessario o anche solo opportuno, nelle rispettive sedi istituzionalmente competenti». Sono due le contestazioni contenute nell’avviso di garanzia notificato giovedì scorso, e riguardano i tentativi del sottosegretario di far inserire in due provvedimenti di legge gli incentivi per chi aveva gli impianti. Secondo l’accusa le «pressioni» di Arata riguardavano le società che aveva in comune con Vito Nicastri, arrestato dai giudici di Palermo perché accusato di essere uno dei finanziatori del boss Matteo Messina Denaro. E a leggere le trascrizioni dei colloqui intercettati tra Paolo Arata e il figlio di Nicastri, Manlio, si comprende che per fare fronte alle difficoltà economiche delle aziende è necessario ottenere aiuti.
Il 26 aprile del 2018 Arata si lamenta dei soldi che è costretto a spendere e dice a Manlio Nicastri: «Ogni mese sono 10, 15.000 euro al mese se mi va bene da mettere lì... Finché non riusciamo a ripristinare la tariffa effettiva, se ci riusciamo, perché non lo so se ci riesco, dipende... Dipende... Io ci provo, ci sto provando...
Quindi non è una cosa semplice, qui dobbiamo diciamo meditare molto di più tutte le cose, nessuno è infallibile, abbiamo commesso troppi errori... Cioè non ne abbiamo azzeccata una... Io sono molto preoccupato Manlio... Ma molto preoccupato, perché anche questo mese io alla fin fine tiro 15.000 euro... Cioè no anzi, ne tiro fuori 25.000, hai capito? 25.000!... Voi non guadagnate niente... Eh ragazzi qui non è una situazione simpatica eh... Qui il cerino in mano ce l’ho io non ce l’ha nessun’altro perché...».
La «rete» leghista
Il governo entra in carica due mesi dopo, ma i rapporti tra Arata e Siri risalgono a molti anni prima e anche con molti altri leghisti l’imprenditore ha ottimi contatti, tanto da aver partecipato alle loro convention come relatore. E dunque il sospetto è che i suoi riferimenti a «quello che deve succedere» riguardino proprio la nomina di Siri all’interno del governo per cui si è speso in maniera pesante, come dimostrano le altre telefonate intercettate. Colloqui con esponenti del Carroccio, ma anche con politici di altri schieramenti che Arata ha conosciuto quando era parlamentare di Forza Italia. In realtà — questo emerge dai colloqui intercettati — il vero obiettivo è che diventasse sottosegretario allo Sviluppo economico proprio perché è il dicastero che si occupa di rinnovabili.
Un anno dopo Siri è ai Trasporti ma propone comunque di inserire nei provvedimenti di legge e nel Def ciò che Arata chiede e che rappresenta un interesse primario anche per Nicastri. Il palermitano è agli arresti domiciliari, ma per parlare con Arata aggira i divieti utilizzando il cellulare del figlio. E presenta la lista delle richieste da esaudire.
Il denaro L’imprenditore al telefono si lamentava dei soldi: questo mese ne tiro fuori 25 mila