L’agcom al governo: non chiudete Radio Radicale
«La convenzione va prorogata». A favore anche il 5 Stelle Di Nicola, vicepresidente della Vigilanza Rai
Dopo l’annuncio del governo, 10 giorni fa, della decisione di non rinnovare la convenzione a Radio Radicale, ieri l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha inviato a Palazzo Chigi «una segnalazione urgente» con l’auspicio che «nelle more di una complessiva e non più rinviabile riforma della materia, possa prorogare l’attuale convenzione» alla storica emittente politica, diretta oggi da Alessio Falconio, «quanto meno fino al completamento della definizione dei criteri e delle procedure di assegnazione» del servizio.
Un passo importante quello dell’autorità di garanzia, a cui la legge istitutiva (la 249 del 1997) affida tra gli altri il compito di tutelare «i consumi di libertà fondamentali degli utenti». E infatti la segnalazione di ieri è partita proprio «al fine di assicurare la continuità di un servizio di interesse generale» come quello della trasmissione delle sedute parlamentari. Lo sottolinea, l’agcom, formulando al governo «alcune proposte di intervento in materia di affidamento di una rete radiofonica dedicata ai lavori parlamentari», nonché l’invito all’identificazione «di un servizio radiofonico e multimediale destinato all’informazione istituzionale».
E commentando la novità su Radio Radicale, un senatore autorevole della maggioranza, il vicepresidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Primo Di Nicola (M5S), ha detto: «Con la fine della convenzione si rischia di lasciare scoperto un servizio pubblico essenziale, svolto da Radio Radicale quasi esclusivamente in questi anni, mentre la Rai — che avrebbe tutti i mezzi per mettere in campo un servizio adeguato — se n’è largamente fregata...».
Giudizi positivi sull’intervento dell’agcom arrivano anche da Pd (con il deputato Filippo Sensi) e Forza Italia: «Il governo dovrebbe accogliere senza indugio l’invito dell’agenzia», dice Anna Maria Bernini, presidente dei senatori azzurri.
Anche Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa, esprimono soddisfazione: «Una procedura, quella decisa dal governo, che va nella direzione opposta a quella valorizzazione delle differenze e delle diversità che sono alla base dell’articolo 21 della Costituzione e che, non casualmente, sono state più volte richiamate dal presidente della Repubblica. Ci auguriamo che chi, in questi giorni, anche all’interno del governo e della maggioranza, ha solidarizzato con Radio Radicale voglia ora dare un seguito legislativo all’autorevole parere dell’agcom».
Le opposizioni
Pd e FI d’accordo con l’autorità garante: il governo accolga senza indugio l’invito
Con la fine della convenzione si rischia di lasciare scoperto un servizio pubblico essenziale Di Nicola M5S