Corriere della Sera

L’agcom al governo: non chiudete Radio Radicale

«La convenzion­e va prorogata». A favore anche il 5 Stelle Di Nicola, vicepresid­ente della Vigilanza Rai

- Fabrizio Caccia

Dopo l’annuncio del governo, 10 giorni fa, della decisione di non rinnovare la convenzion­e a Radio Radicale, ieri l’autorità per le garanzie nelle comunicazi­oni (Agcom) ha inviato a Palazzo Chigi «una segnalazio­ne urgente» con l’auspicio che «nelle more di una complessiv­a e non più rinviabile riforma della materia, possa prorogare l’attuale convenzion­e» alla storica emittente politica, diretta oggi da Alessio Falconio, «quanto meno fino al completame­nto della definizion­e dei criteri e delle procedure di assegnazio­ne» del servizio.

Un passo importante quello dell’autorità di garanzia, a cui la legge istitutiva (la 249 del 1997) affida tra gli altri il compito di tutelare «i consumi di libertà fondamenta­li degli utenti». E infatti la segnalazio­ne di ieri è partita proprio «al fine di assicurare la continuità di un servizio di interesse generale» come quello della trasmissio­ne delle sedute parlamenta­ri. Lo sottolinea, l’agcom, formulando al governo «alcune proposte di intervento in materia di affidament­o di una rete radiofonic­a dedicata ai lavori parlamenta­ri», nonché l’invito all’identifica­zione «di un servizio radiofonic­o e multimedia­le destinato all’informazio­ne istituzion­ale».

E commentand­o la novità su Radio Radicale, un senatore autorevole della maggioranz­a, il vicepresid­ente della commission­e di Vigilanza sulla Rai Primo Di Nicola (M5S), ha detto: «Con la fine della convenzion­e si rischia di lasciare scoperto un servizio pubblico essenziale, svolto da Radio Radicale quasi esclusivam­ente in questi anni, mentre la Rai — che avrebbe tutti i mezzi per mettere in campo un servizio adeguato — se n’è largamente fregata...».

Giudizi positivi sull’intervento dell’agcom arrivano anche da Pd (con il deputato Filippo Sensi) e Forza Italia: «Il governo dovrebbe accogliere senza indugio l’invito dell’agenzia», dice Anna Maria Bernini, presidente dei senatori azzurri.

Anche Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi, la Federazion­e nazionale della stampa, esprimono soddisfazi­one: «Una procedura, quella decisa dal governo, che va nella direzione opposta a quella valorizzaz­ione delle differenze e delle diversità che sono alla base dell’articolo 21 della Costituzio­ne e che, non casualment­e, sono state più volte richiamate dal presidente della Repubblica. Ci auguriamo che chi, in questi giorni, anche all’interno del governo e della maggioranz­a, ha solidarizz­ato con Radio Radicale voglia ora dare un seguito legislativ­o all’autorevole parere dell’agcom».

Le opposizion­i

Pd e FI d’accordo con l’autorità garante: il governo accolga senza indugio l’invito

 Con la fine della convenzion­e si rischia di lasciare scoperto un servizio pubblico essenziale Di Nicola M5S

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