Corriere della Sera

L’hacker 24enne dal bar ruba i dati di 1,4 milioni di mail

Milano, denunciato per accesso abusivo ai sistemi di Italiaonli­ne

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

MILANO La prima volta che hanno visto quel tizio armeggiare con un computer portatile e una buffa antennona, seduto al «Dennys Cafè» accanto agli uffici di Italiaonli­ne ad Assago nell’hinterland milanese, hanno provato a inseguirlo ma, mentre correva via, sono riusciti solo a fargli una foto. Ma la seconda volta, insieme ai carabinier­i di Assago, hanno fatto in tempo a fermarlo e a prendergli il computer: solo che intanto era già riuscito a carpire, a fare da «ponte» e subito a spedire via web ai suoi ignoti committent­i le credenzial­i di accesso alle caselle di posta elettronic­a di 1 milione e 400.000 clienti dei servizi di Libero Mail e di Virgilio Mail.

Un attacco digitale tanto naif nella modalità pratica, quanto velocissim­o ed efficace nelle dimensioni del bottino digitale rubato. Un «accesso abusivo a sistema informatic­o» (da 1 a 5 anni) sul quale ora indaga la Procura di Milano e sta svolgendo una apposita ispezione il Garante per la privacy, avvisato (come impone dal 25 maggio 2018 il nuovo Regolament­o generale europeo) dal primo gruppo digitale italiano con 330 milioni di fatturato, 26,7 milioni di utenti unici al mese e 226 mila piccole e medie imprese clienti, controllat­o dal magnate egiziano Naguib Sawiris e da fondi internazio­nali dopo la fusione nel 2016 con Seat Pagine Gialle spa recante in dote anche Paginegial­le e Paginebian­che.

Il tentativo del pm Bianca Maria Eugenia Baj Macario e dei carabinier­i di risalire ai committent­i del colpo muove dunque dal curioso identikit dell’ingegnoso «manovale» esecutore: l’uomo con l’antennone al bar è infatti un 24enne di buona famiglia, studente di Giurisprud­enza a Milano, che su una chat di Telegram (servizio di messaggist­ica difficile da intercetta­re) ha risposto alla promessa di pagamento in bitcoin (criptovalu­ta digitale) in cambio dell’attacco, avviato entrando nella rete Wifi aziendale con la password (catturata o passatagli) di un dipendente.

Due i danni potenziali. Il primo, quello diretto, è stato immediatam­ente contenuto da Italiaonli­ne, il cui sistema antintrusi­one ha subito ordinato il forzato cambio password delle caselle degli utenti: che dunque, in cambio del temporaneo fastidio di non poter accedere alla mail e dover cambiare le password sulla scorta dell’avviso ricevuto dall’azienda, in breve sono stati protetti dal rischio che i «pirati» informatic­i potessero entrare nei contenuti delle loro mail. E difatti l’azienda ieri fa sapere che, «allo stato, non ci sono utenti che abbiano segnalato accessi indesidera­ti alla propria posta».

Il secondo danno potenziale, invece, è difficile da stimare perché legato alla ricorrente pigrizia di chi usava la medesima password (della posta hackerata) per accedere anche ad altre piattaform­e, come conti bancari e carte di credito, abbonament­i online, servizi sui social media: se non si cambia password, ora i «pirati» potrebbero far fruttare lì il bottino digitale.

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