Corriere della Sera

Due poltrone per sei duellanti Arriva la chiamata Champions

Cairo: «Il Toro può crescere, non è bello se Petrachi tratta con la Roma»

- Alessandro Bocci

L’inter è la più tranquilla, l’atalanta la più in forma, il Torino la più solida. Milan e Lazio, rivali stasera nella semifinale di Coppa Italia, quelle con il fiato corto. La corsa all’oro dell’europa tiene viva la serie A. Sei squadre in 9 punti a cinque giornate dalla fine. Lo sprint è lanciato e tutto è ancora in gioco. In palio due posti per la Champions e tre per l’europa League, che diventeran­no due se la Coppa Italia il 15 maggio finirà alla Fiorentina o alla Lazio ma solo nell’ipotesi in cui i biancocele­sti dovessero rimanere all’ottavo posto.

Tre gli scontri diretti, a cominciare da Torino-milan, già domenica sera, che chiarirà un po’ la situazione. La Juve regina, che se la vedrà con Inter, Torino, Roma e Atalanta, sarà l’arbitro di una sfida da 50 milioni, destinata a monopolizz­erà l’attenzione nell’ultimo spicchio di stagione.

Quasi mai la lotta è stata così incerta. In questo momento Milano difende l’europa che conta. Ma sono Atalanta e Torino quelle che vanno più forte. Gasperini non vuole mollare niente, né la corsa Champions, né la possibilit­à di centrare la finale di Coppa Italia. Il Torino è pronto alla sfida. «Siamo in dirittura d’arrivo: la squadra c’è, il mister è fortissimo e la società è cresciuta bene. Ma tutto quello che abbiamo fatto sino adesso conta poco se non facciamo queste ultime cinque partite in crescendo», l’avvertimen­to di Urbano Cairo. Il presidente è soddisfatt­o del gruppo e soprattutt­o dell’allenatore: «Mazzarri è uno che non molla mai ed è riuscito a trasmetter­e alla squadra la sua voglia di vincere». Vedremo se sino al quarto posto.

Cairo però è prudente: «Davanti a noi ci sono Atalanta, Milan e Roma, che stanno facendo benissimo. Due o tre punti di vantaggio sono tanti quando ne mancano appena quindici...». Il finale è dedicato a Gianluca Petrachi, il d.s. che starebbe trattando il suo futuro alla Roma: «Sarebbe una cosa non bella se ci fossero stati contatti proprio con i gialloross­i, che stanno lottando con noi. Non ci voglio credere. Petrachi è il nostro d.s. e dovrebbe esserlo ancora per un anno visto che ha il contratto. Certe voci mi stupiscono un po’...».

La tensione sale. Sarà un finale al cardiopalm­a dove serviranno nervi saldi e arbitri svegli, meno permalosi e più lesti a correre davanti al monitor per rivedere le azioni intricate. Anche i giocatori dovranno fare la loro parte. In una volata così serrata i dettagli possono fare la differenza. E una sciocchezz­a, come quella di Milinkovic-savic contro il Chievo, potrebbe risultare decisiva.

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