La Ferrari a Baku cerca risposte E Leclerc vuole incassare i crediti
Sul circuito azero corse negative per Vettel, mentre Charles ha trovato i primi punti
Una lunga vigilia sospesa. Di questo si tratta per chi tifa Ferrari: il Gp dell’azerbaigian come un salvagente, non ultimo ma decisivo per tenere in pista una speranza. La rossa: bene nei test, male in Australia, bene in Bahrein, maluccio in Cina. Molto bene, in teoria, a Baku per una questione di alternanza se non altro, incrociando le dita.
In realtà, più dati che scongiuri, pur al cospetto della tripla doppietta messa a segno dalla Mercedes sin qui. Perché, se una macchina è lenta, beh, è lenta sempre; perché proprio in Cina il panorama, pur sfavorevole, ha mascherato qualche indicazione confortante considerando il passo gara nelle fasi centrale e finale, con ritmi e tempi in un equilibrio misterioso.
È un po’ questo il tema chiave: non sembra lecito alcun ottimismo ma non pare nemmeno il caso di considerare persa anche questa partita, con la sensazione che, per i tecnici del Cavallino, si tratti di trovare un equilibro per far funzionare una macchina dalle potenzialità intatte. Il tutto su un altro tracciato anomalo, dove servirà sfruttare la cavalleria lungo la retta infinita che porta al traguardo: 2,2 km, una lunghezza doppia rispetto al rettilineo di Monza.
Questa la caratteristica di una località nota soprattutto per le gesta eclatanti di Vettel, protagonista perdente nelle ultime due edizioni disputate. Ruotata simile ad un cazzotto contro Hamilton dietro la safety car nel 2017; attacco sconsiderato su Bottas nel 2018.
Non proprio il posto del cuore per Seb mentre a Baku Leclerc sembra trovarsi assai bene: proprio qui ottenne lo scorso anno i suoi primi punti iridati, sesto con la Sauberalfa. Non solo: Carletto si trova nella posizione migliore per riscuotere i crediti accumulati a Shanghai, quando accettò senza metterla giù dura di farsi superare da Vettel. Su questo sacrificio si è molto discusso, pur trattandosi di un gesto non molto rilevante ai fini della classifica finale. Anzi, viene il sospetto che di un «sacrificio» non si possa parlare affatto visto che Leclerc potrà chiedere e ottenere un vantaggio in un contesto, si spera, ben più remunerativo.
Una consapevolezza che questo ragazzo già amatissimo ha ben chiara in un angolo del suo brillante cervello. Del resto, proprio Leclerc supporta l’idea — più o meno razionale — di un possibile e pronto riscatto Ferrari. È lui il vero ingrediente nuovo dell’intera F1, un personaggio del quale queste corse blindate da troppo tempo hanno bisogno.
In assenza di un solo pronostico scontato o confermato — cosa mai accaduta sin qui nel 2019 — potrebbe, anzi dovrebbe toccare a lui. Perché il tempo per una rimonta Ferrari stringe. Perché il tempo di una irruzione di Charles al centro della scena è attesissimo, dato per imminente da vecchi esperti di avventure a motore così come da un esercito di semplici, impazienti appassionati.
Misteri rossi
Fin qui troppi alti e bassi, la Rossa deve trovare l’equilibrio per esprimere il potenziale