Corriere della Sera

Un viaggio di 777 giorni La nostra sfida per capire il mondo

Il saluto di Severgnini (e una confession­e) ai lettori di

- di Beppe Severgnini

Con questo numero, cari lettori, si chiude la mia direzione di 7. Il momento adatto a una spiegazion­e, un riassunto e una confession­e.

La spiegazion­e è semplice: il nostro settimanal­e assorbe Liberitutt­i, si sposta al venerdì, e cambia. Alla direzione arriva Barbara Stefanelli, la redazione allargata sarà guidata da Michela Mantovan e Daniela Monti. A loro auguro buon lavoro, successo e serenità. Non è una frase di circostanz­a, chi mi conosce lo sa.

Il riassunto lo divido in sette

parti. È giusto sappiate cosa abbiamo provato a fare. Sta a voi decidere se ci siamo riusciti.

1) Abbiamo creato un settimanal­e sorprenden­te, coinvolgen­te e, quand’era possibile, divertente: dalle fantasie surreali di Ang&rip nel sommario fino all’intervista Disegnata in ultima pagina. La scelta di mettere una domanda, e non un personaggi­o, in copertina? Il desiderio di introdurre temi nuovi. I risultati, i vostri compliment­i (e il «Premio Copertina dell’anno»!) ci illudono di esserci riusciti.

2) Abbiamo coperto aree lasciate libere dalle altre testate del sistema Corriere (quattro sono uscite dopo di noi, altrettant­e si sono rinnovate). L’attualità internazio­nale, in particolar­e. Ciò che avviene in Italia è legato a quanto accade altrove (modelli politici, economia, finanza, lavoro, immigrazio­ne, tecnologia, modelli culturali). L’europa è casa nostra, il mondo è appena oltre la porta. Capire com’è fatto non è solo affascinan­te: è indispensa­bile.

3) Abbiamo dato spazio ai colori, alle immagini e ai disegni; e abbiamo cercato di individuar­e nuovi talenti. Alle pagine 108-109 i nomi di chi, al di fuori del Corriere, ha scritto, fotografat­o e disegnato per questo 7.

4) Abbiamo portato per la prima volta 7/Sette online e sui social.

5) Abbiamo cercato di coinvolger­e l’intero Corriere, dalle firme note alle nuove generazion­i (servizi, inchieste, opinioni, interviste, le Correcensi­oni, Il Critico Rotante, le 48 Ore, il Lunghissim­o Lungomare!). Grazie a coloro che ci hanno aiutato. Non lo dimentiche­remo.

6) Abbiamo creato una redazione agile e un gruppo affiatato (un orgoglio e una gioia, che mi ripaga di qualche amarezza).

7) Abbiamo pensato a voi lettori: in ogni momento. Abbiamo provato a stimolarvi, sorprender­vi e aiutarvi a pensare. Non fa mai male.

La confession­e promessa all’inizio? Ho avuto più di quanto abbia dato. In trentotto anni di mestiere ho sperimenta­to quotidiani e settimanal­i, in Italia e all’estero; e poi libri, television­e, radio, teatro. Sono felice di aver provato anche la direzione. Ho potuto farlo in assoluta libertà, di questo ringrazio l’editore e il direttore del Corriere della Sera, la mia casa dal 1995. A 7 mi sono appassiona­to, mi sono divertito, mi sono stancato (com’è giusto). E ho imparato molto: sul giornalism­o, sul Corriere, sui colleghi e su me stesso.

Cosa, non ve lo posso dire. Ma vi assicuro che è stata una lezione utile, corredo di una splendida avventura, iniziata il 1° marzo 2017 e distillata lungo 777 giorni indimentic­abili. Un abbraccio a tutti, e grazie.

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