Harriet e la lotta allo schiavismo «sloggiati» dai 20 dollari
In un certo senso è come se Harriet Tubman tornasse nella «Underground railroad», la rete clandestina, soprannominata «ferrovia sotterranea», che consentì a centinaia di schiavi di guadagnare la libertà alla metà dell’ottocento. L’attivista afroamericana Harriet da sola ne salvò 70, organizzando almeno 13 viaggi dalle piantagioni del Sud fino a Philadelphia. Nel 2016 il primo presidente nero della Storia decise che era arrivato il momento che l’america riconoscesse quelle sofferenze come parte fondante della nuova identità nazionale. Barack Obama dispose che a partire dal gennaio del 2020 l’immagine di Tubman (1822-1913) comparisse sul fronte delle banconote da 20 dollari, spostando sul retro l’inquilino attuale, il settimo presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson (1767-1845). Ma Donald Trump non fa sconti su niente e su nessuno. Così ieri il suo fedelissimo Segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, ha liquidato la questione nel corso di un’audizione al Congresso: nessun cambio, «Abbiamo altre priorità». La mancata
staffetta Tubman-jackson ha innescato un’altra polemica al Congresso e in Rete. Ma in realtà non sorprende. Trump sta semplicemente cercando di capovolgere tutto ciò che ha fatto Obama, nel grande e nel piccolo. Qui i simboli sono pesanti. Jackson è una figura controversa. Generale del Tennessee, eroe di guerra, fu il primo presidente del neonato partito democratico. Arrivò alla Casa Bianca con una campagna elettorale spregiudicata, la prima a essere definita «populista». Duro, brusco, un proiettile conficcato nella spalla, dispose la deportazione di massa dei nativi americani, cacciandoli e confinandoli nell’allora lontano West. Prima di entrare in politica, Jackson diventò un uomo ricco, grazie alle sue distese di cotone e, soprattutto, al lavoro dei suoi 161 schiavi. Certo non è stato l’unico presidente schiavista. Lo erano, pur tra mille rimorsi, anche i «migliori angeli» d’america, come George Washington e Thomas Jefferson. Jackson, invece, non aveva dubbi sulla «naturale» supremazia dei bianchi. In ogni caso piace a Trump che nel 2017 ha reso omaggio alla sua tomba e che tiene un suo ritratto alla Casa Bianca.