Corriere della Sera

Le idee contro lo smog «Portiamo le foreste dentro le nostre città»

I giovani al dibattito nel giardino della Triennale

- Ecaterina Milano Edoardo Milano Stefano Landi

dUn venerdì di quelli che vale la pena fermarsi un attimo a ragionare su come tenere a galla il pianeta. Le paure, ma anche l’entusiasmo dei giovani, per passare dalla teoria della protesta ai fatti. Una serata pensata per amplificar­e la loro voce. Servono idee, meglio se ben organizzat­e in azioni concrete. All’incontro «Fridays for future», organizzat­o ieri nel giardino della Triennale, sono in tanti.

Si comincia con il pubblico venuto per l’occasione, si continua con i curiosi che si moltiplica­no seduti nel prato. Nuvole, zanzare come aeroplani e qualche drink, dato che è comunque venerdì sera nella città da bere.

Dal palco i ragazzi interrogan­o quelli a cui chiedono di fare qualcosa per guarire le proprie eco-ansie. C’è il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. Un ragazzo gli chiede perché sui giornali italiani il tema ambientale non trova maggiore spazio: «L’attenzione dei sistema dell’informazio­ne è cresciuta — risponde — soprattutt­o per quanto riguarda la parte scientific­a. La nostra sensibilit­à è sempre più matura. I giornali non devono mobilitare

Il problema ambientale non è da sottovalut­are, ho coinvolto i miei compagni

ma informare bene».

A Stefano Boeri, che fa gli onori di casa, chiedono cosa l’architettu­ra possa fare in particolar­e contro l’inquinamen­to in Lombardia: «Portare le foreste e i boschi dentro le città, perché è coinvolgen­te e per nulla troppo oneroso. Combattono la Co2 che produciamo e sconfiggon­o il nemico in casa. E lavorare sulla mobilità sostenibil­e. I monopattin­i elettrici per esempio stanno cambiando Parigi». C’è Marco Pedroni, presidente di Coop Italia per parlare dei prodotti biologici sugli scaffali.

Alla conduttric­e radiofonic­a La Pina, una che coi giovani ha sempre tenuto il filo del discorso, tocca spiegare il ruolo e le potenziali­tà di una radio a sostenere una battaglia del genere.

I giovani vivono di urgenze, per questo sono i più adatti a sollecitar­e le soluzioni, dato che bisogna fare in fretta e abbiamo già aspettato troppo per uscire in piedi dal caos climatico. «Non smetteremo di fare pressione sulle istituzion­i, ma continuere­mo a sensibiliz­zare la gente comune per essere sempre di più», dicono i ragazzi dal palco.

Alessandro ha 11 anni e il piglio da leader del futuro. Uno di quelli che i detrattori del movimento definisce un «gretino nostrano»: «Il futuro può essere bruttissim­o, ma anche bellissimo se pensiamo a quanti ogni giorno hanno imparato a remare dalla stessa parte per trovare una soluzione. Il tempo scorre il pianeta muore».

Mi muovo sempre in bici, i piccoli gesti aiutano le persone a prendere coscienza

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