Le idee contro lo smog «Portiamo le foreste dentro le nostre città»
I giovani al dibattito nel giardino della Triennale
dUn venerdì di quelli che vale la pena fermarsi un attimo a ragionare su come tenere a galla il pianeta. Le paure, ma anche l’entusiasmo dei giovani, per passare dalla teoria della protesta ai fatti. Una serata pensata per amplificare la loro voce. Servono idee, meglio se ben organizzate in azioni concrete. All’incontro «Fridays for future», organizzato ieri nel giardino della Triennale, sono in tanti.
Si comincia con il pubblico venuto per l’occasione, si continua con i curiosi che si moltiplicano seduti nel prato. Nuvole, zanzare come aeroplani e qualche drink, dato che è comunque venerdì sera nella città da bere.
Dal palco i ragazzi interrogano quelli a cui chiedono di fare qualcosa per guarire le proprie eco-ansie. C’è il direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana. Un ragazzo gli chiede perché sui giornali italiani il tema ambientale non trova maggiore spazio: «L’attenzione dei sistema dell’informazione è cresciuta — risponde — soprattutto per quanto riguarda la parte scientifica. La nostra sensibilità è sempre più matura. I giornali non devono mobilitare
Il problema ambientale non è da sottovalutare, ho coinvolto i miei compagni
ma informare bene».
A Stefano Boeri, che fa gli onori di casa, chiedono cosa l’architettura possa fare in particolare contro l’inquinamento in Lombardia: «Portare le foreste e i boschi dentro le città, perché è coinvolgente e per nulla troppo oneroso. Combattono la Co2 che produciamo e sconfiggono il nemico in casa. E lavorare sulla mobilità sostenibile. I monopattini elettrici per esempio stanno cambiando Parigi». C’è Marco Pedroni, presidente di Coop Italia per parlare dei prodotti biologici sugli scaffali.
Alla conduttrice radiofonica La Pina, una che coi giovani ha sempre tenuto il filo del discorso, tocca spiegare il ruolo e le potenzialità di una radio a sostenere una battaglia del genere.
I giovani vivono di urgenze, per questo sono i più adatti a sollecitare le soluzioni, dato che bisogna fare in fretta e abbiamo già aspettato troppo per uscire in piedi dal caos climatico. «Non smetteremo di fare pressione sulle istituzioni, ma continueremo a sensibilizzare la gente comune per essere sempre di più», dicono i ragazzi dal palco.
Alessandro ha 11 anni e il piglio da leader del futuro. Uno di quelli che i detrattori del movimento definisce un «gretino nostrano»: «Il futuro può essere bruttissimo, ma anche bellissimo se pensiamo a quanti ogni giorno hanno imparato a remare dalla stessa parte per trovare una soluzione. Il tempo scorre il pianeta muore».
Mi muovo sempre in bici, i piccoli gesti aiutano le persone a prendere coscienza