Corriere della Sera

A ROMA (E NON SOLO) MANCANO I TAXI

- Giovanni Ciarlantin­i

Caro Aldo, mi meraviglia che lei si sia stupito che a Barcellona, e penso in Spagna, i taxi non solo costano poco (a parte il poter pagare con la carta di credito) ma sono anche tanti a differenza di Roma dove si sa che se ne trovano sempre pochi. Caro Giovanni,

Quando si parla di tassisti, bisogna sempre affrontare l’argomento con grande rispetto. È una categoria sotto attacco in varie parti del mondo. In America l’avvento prima delle grandi società che controllan­o i taxi, poi di Uber ha trasformat­o i tassisti in sottoprole­tari. Lo stress, i costi, il traffico e – nella capitale – le buche e il degrado rendono il loro lavoro molto

duro. L’altro giorno a Roma il taxi era in ritardo, ho chiamato la cooperativ­a, il conducente ha ricevuto un sollecito, è arrivato arrabbiati­ssimo, abbiamo iniziato a litigare. Poi ci siamo dati la mano, abbiamo scoperto di avere la stessa età, abbiamo cominciato a parlare; è finita che mi ha mostrato sul telefonino la foto della sua fidanzata, con cui non sapeva se proseguire la relazione (credo proprio l’abbia fatto, lei aveva un bel sorriso e uno sguardo dolce). Insomma, non bisogna mai giudicare dalla prima impression­e, né si può generalizz­are il giudizio su una categoria.

Resta un fatto: a Roma, e in genere in Italia, mancano i taxi. Mi è capitato di non trovare taxi in stazione non solo a Termini e Tiburtina ma a Parma, Verona, Siena, Bergamo, talora pure in Centrale a Milano (anche se a Milano il servizio è decisament­e migliore). L’altra sera a Roma ho incontrato la mia vicina, una signora anziana, che tornava a casa a piedi appoggiand­osi al bastone sotto la pioggia: non aveva trovato un taxi. L’anno scorso è stato così ogni sera, per tutta l’estate. E questa cosa non va bene. In Spagna, come in Inghilterr­a, i taxi si fermano con un cenno della mano. E non guadagnano meno; guadagnano di più, proprio perché sono sempre disponibil­i, girano, fanno più corse. In Spagna poi sono decisament­e a buon mercato, il che aumenta i clienti. L’economia non è una torta da spartire, è un dolce che lievita a seconda della capacità del cuoco. E il taxi non è la rendita di una licenza; è un servizio pubblico.

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