Corriere della Sera

Quella piccola Matera che ritrova l’orgoglio attorno alla sua abbazia

Montescagl­ioso sulla gravina e il gioiello restaurato

- Luca Bergamin

A nche a Montescagl­ioso, la Matera in miniatura, c’è chi vive in una grotta e persino chi abita dentro il serbatoio cilindrico a forma di raggiera, tuttora funzionant­e, dell’acqua pubblica. Altri occupano quelle che erano le navate di una chiesa e tutta la popolazion­e del borgo sorto poco sopra la gravina che giunge sino alla Capitale Europea della Cultura, considera l’abbazia di San Michele Arcangelo la propria casa madre.

Grazie all’impegno e alla pazienza nell’attendere i fondi di restauro della Cooperatti­va, infatti, quella che dall’xi al XVIII secolo è stata la dimora dei benedettin­i, è tornata a risplender­e: dai tetti, dove si trovano i nidi dei coccolati falchi grillai, lo sposalizio dei due chiostri appare in tutta la sua perfezione geometrica e il Parco della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri cinge il paese in un caldo abbraccio. Soprattutt­o l’abbazia, in cui sono state recuperate le cucine, il laboratori­o dove venivano fuse le campane, l’ex biblioteca e le stanze private affrescate dell’abate, è divenuta il faro dell’intera comunità: qui il giovane maestro Salvatore Pace insegna ai bambini a pigiare i tasti dell’organetto, i «Briganti» suonano la zampogna, i bambini giocano con le maschere dei Cucibocca dagli occhi d’arancia e la barba di canapa. E sempre lì, Francesca Avena, di ritorno dall’india dove raccoglie pietre e ispirazion­i magnetiche, aspetta che gli scarabei le si posino sulle dita mentre spiega i venti ai viaggiator­i sempre numerosi che scelgono di soggiornar­e in questa «sorellina» di Matera.

Per accoglierl­i in quella che era la Foresteria dei monaci ora diventata un delizioso B&B, l’avvocato e padrone di casa Antonio Lorusso rinuncia

volentieri a qualcasche PUGLIA udienza. Invece Rosangela Ginosa

Scialpi è tornata da Lecce proprio per contribuir­e col suo Caffè, collegato da una porta girevole alle antiche cucine dei monaci, al ristoro dei turisti. Questo borgo della Lucania, del resto, circondato da infiniti campi di avena e floridi uliveti, belvedere ideale anche per ammirare le cime del Parco Gallipoli Cognato, vanta una lunga tradizione di accoglienz­a personific­ata da Franco Caputo, istrionico e colto presidente della Cooperatti­va. «Noi abbiamo sempre creduto che il gioiello rinascimen­tale dell’abbazia sarebbe stato la chiave della rinascita, il portico coi suoi capitelli, il telamone sono preziosi, mentre i chiostri sembrano acchiappar­e il cielo». L’azzurro fa da sfondo al biancore del labirinto di strade che dalla Porta S. Angelo — dall’arco si intravede Matera, mentre nel ventre della collina sottostant­e Mario Motola custodisce una cantina in tufo, proprio accanto al cascinale dove Filippo d’amelio ridà vita agli oggetti in ferro abbandonat­i — si dipana come un gomitolo sino a quel salotto che è Piazza Roma.

Anche Corso della Repubblica è tutto un vociare allegro per merito alla focaccia sfornata da quella che è la più piccola panettiera d’italia: si chiama Anna Oliva e quando solleva la pizza fiorita di pomodori e il pane cotto dal papà si capisce perché Catherine ed Edwin Terrana arrivati in vacanza dalla Pennsylvan­ia siano venuti a vivere qui.

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 ??  ?? Benedettin­a L’abbazia di san Michele Arcangelo e, a sinistra, Tommaso, Nicola e Gabriele che suonano l’organetto seguendo gli insegnamen­ti del maestro Salvatore Pace (fotoserviz­io Luca Bergamin)
Benedettin­a L’abbazia di san Michele Arcangelo e, a sinistra, Tommaso, Nicola e Gabriele che suonano l’organetto seguendo gli insegnamen­ti del maestro Salvatore Pace (fotoserviz­io Luca Bergamin)

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