Quella piccola Matera che ritrova l’orgoglio attorno alla sua abbazia
Montescaglioso sulla gravina e il gioiello restaurato
A nche a Montescaglioso, la Matera in miniatura, c’è chi vive in una grotta e persino chi abita dentro il serbatoio cilindrico a forma di raggiera, tuttora funzionante, dell’acqua pubblica. Altri occupano quelle che erano le navate di una chiesa e tutta la popolazione del borgo sorto poco sopra la gravina che giunge sino alla Capitale Europea della Cultura, considera l’abbazia di San Michele Arcangelo la propria casa madre.
Grazie all’impegno e alla pazienza nell’attendere i fondi di restauro della Cooperattiva, infatti, quella che dall’xi al XVIII secolo è stata la dimora dei benedettini, è tornata a risplendere: dai tetti, dove si trovano i nidi dei coccolati falchi grillai, lo sposalizio dei due chiostri appare in tutta la sua perfezione geometrica e il Parco della Murgia Materana e delle Chiese Rupestri cinge il paese in un caldo abbraccio. Soprattutto l’abbazia, in cui sono state recuperate le cucine, il laboratorio dove venivano fuse le campane, l’ex biblioteca e le stanze private affrescate dell’abate, è divenuta il faro dell’intera comunità: qui il giovane maestro Salvatore Pace insegna ai bambini a pigiare i tasti dell’organetto, i «Briganti» suonano la zampogna, i bambini giocano con le maschere dei Cucibocca dagli occhi d’arancia e la barba di canapa. E sempre lì, Francesca Avena, di ritorno dall’india dove raccoglie pietre e ispirazioni magnetiche, aspetta che gli scarabei le si posino sulle dita mentre spiega i venti ai viaggiatori sempre numerosi che scelgono di soggiornare in questa «sorellina» di Matera.
Per accoglierli in quella che era la Foresteria dei monaci ora diventata un delizioso B&B, l’avvocato e padrone di casa Antonio Lorusso rinuncia
volentieri a qualcasche PUGLIA udienza. Invece Rosangela Ginosa
Scialpi è tornata da Lecce proprio per contribuire col suo Caffè, collegato da una porta girevole alle antiche cucine dei monaci, al ristoro dei turisti. Questo borgo della Lucania, del resto, circondato da infiniti campi di avena e floridi uliveti, belvedere ideale anche per ammirare le cime del Parco Gallipoli Cognato, vanta una lunga tradizione di accoglienza personificata da Franco Caputo, istrionico e colto presidente della Cooperattiva. «Noi abbiamo sempre creduto che il gioiello rinascimentale dell’abbazia sarebbe stato la chiave della rinascita, il portico coi suoi capitelli, il telamone sono preziosi, mentre i chiostri sembrano acchiappare il cielo». L’azzurro fa da sfondo al biancore del labirinto di strade che dalla Porta S. Angelo — dall’arco si intravede Matera, mentre nel ventre della collina sottostante Mario Motola custodisce una cantina in tufo, proprio accanto al cascinale dove Filippo d’amelio ridà vita agli oggetti in ferro abbandonati — si dipana come un gomitolo sino a quel salotto che è Piazza Roma.
Anche Corso della Repubblica è tutto un vociare allegro per merito alla focaccia sfornata da quella che è la più piccola panettiera d’italia: si chiama Anna Oliva e quando solleva la pizza fiorita di pomodori e il pane cotto dal papà si capisce perché Catherine ed Edwin Terrana arrivati in vacanza dalla Pennsylvania siano venuti a vivere qui.