Trump apre a Pechino sui dazi, le Borse recuperano
Dopo la giornata «no» di giovedì, ieri i mercati hanno trovato di nuovo il segno positivo, con Piazza Affari migliore Borsa del Continente, +1,19% l’indice Ftse Mib, decisamente meglio di Parigi (+0,67%), Madrid (+0,7%), Francoforte (+0,49%), Londra (+0,55%). È uno dei tanti esempi della volatilità che — dicono gli esperti — caratterizzerà i mesi a venire, sull’onda dell’incertezza per l’andamento dell’economa globale: da un lato la guerra commerciale Usa-cina, dall’altro la Brexit, gli stop alla produzione di greggio in varie aree del mondo, l’esito delle elezioni europee di domani. Il petrolio, che aveva ceduto il 6% circa nelle ultime due sedute dopo l’aumento delle scorte americane e sui timori di un calo della domanda cinese, è rimasto debole sui minimi dell’anno sebbene in lieve rialzo, con il Brent a 67,92 dollari e il Wti a 57,99 dollari al barile. Secondo Elliot Hentov, head of policy and research di State Street global advisors, il voto Ue è già scontato dai mercati, che prezzano la possibilità che i partiti antisistema si aggiudichino circa il 30% dei seggi.
Ieri, comunque, agli investitori il quadro generale è sembrato volgere lievemente al meglio grazie alle parole del presidente Usa, Donald Trump, secondo cui un accordo con Pechino sul commercio è ancora possibile e potrebbe includere anche un’intesa sul caso Huawei, una possibile moneta di scambio negoziale. Ad ogni modo «le tensioni commerciali dovrebbero restare vive ancora per diverso tempo e continueranno a essere il principale driver del mercato», hanno commentato gli strategist di Unicredit. Non è dunque un caso che i titoli tecnologici a Milano abbiano perso terreno, così come quelli legati al business dell’energia: Tenaris (-1,21%), Prysmian (-0,61%), (Stm -0,47)%. Lo spread Btpbund in calo a 267 punti base ha favorito invece i titoli del settore finanziario: in testa Unipol (+4,16%), Unicredit (+2,31%), Banco Bpm (+1,43%), Ubi (+2,72%), Intesa Sanpaolo (+0,83%).