Lo sguardo meravigliato di Suleiman
Il capo indigeno brasiliano Raoni Metuktire, leader del popolo Kayapó e grande difensore dell’amazzonia
In Sibyl, quinto e ultimo film francese in concorso, c’è ancora Virginie Efira a tirar le fila di un film di Justine Triet dopo Tutti gli uomini di Victoria: questa volta è una psicoanalista, la Sibyl del titolo, che chiude lo studio per scrivere un romanzo dove avrà uno spazio speciale la sola cliente (Adèle Exarchopoulos) che si è tenuta, un’attrice incappata in una relazione tormentata proprio durante le riprese di un film, sul cui set Sibyl verrà chiamata per farle da supporto psicologico. Paladina anticonformista del femminismo, la regista scava nelle contraddizioni e nei ricordi della sua protagonista, mescolando passato e presente, sogni e desideri, per farne emergere le fragilità e il complicato rapporto con il desiderio e l’altro sesso, in un film molto parlato, molto francese (nonostante una lunga parentesi sull’isola di Stromboli dove si gira il film della sua paziente) e molto intellettuale. Forse un po’ troppo. Una notazione che si può fare anche a It must be heaven (Questo dev’essere il paradiso) del palestinese Elia Suleiman che, fedele alla sua maschera di osservatore impassibile (e muto) del mondo che lo circonda, attraversa tutto il film con lo sguardo meravigliato e attonito di chi continua a stupirsi della «follia» umana. Interprete di se stesso, Suleiman ci racconta i suoi infruttuosi tentativi di trovare chi gli produca un film, per cui lascia la nativa Nazareth prima per Parigi e poi per New York. Il suo cinema è fatto di micro-scenette dove imprigiona le stranezze del mondo, che si tratti di avventori insoddisfatti del servizio, di poliziotti che sembrano danzare sulle loro mono-ruote a motore, di uccellini che disturbano il suo lavoro o di tassisti stupiti di avere un palestinese come cliente. Si sorride di fronte a questi squarci sospesi tra il surreale e il casuale, ma alla fine la ripetitività rischia di stancare e lo sguardo sottilmente politico delle origini finisce per perdersi nella routine.