Mosca in piazza, pugno duro di Putin
La protesta contro il presidente non si ferma: settecento arresti. Fermata anche la leader Lyubov Sobol
MOSCA Questa volta le autorità avevano tentato di distrarre i giovani moscoviti con una grigliata libera e un concerto pop. Ma lo stratagemma non ha funzionato e in migliaia hanno sfidato il divieto di manifestare sfilando alla spicciolata per le vie centrali della capitale, attorno a piazza Pushkin. Almeno settecento i fermi, con gli Omon (le unità antisommossa) che caricavano sui cellulari tutti quelli che apparivano anche lontanamente sospetti.
Un uomo che fino all’ultimo ha tentato di non mollare la sua bicicletta; una coppia che giurava di stare semplicemente andando a casa. E la donna, a riprova, sventolava sotto il naso degli agenti la tessera del partito putiniano Russia Unita: «Ma che c’entro io con questa cavolo di manifestazione!».
Con Aleksej Navalny in prigione già da undici giorni, l’onere di organizzare la protesta di ieri contro l’esclusione dei candidati indipendenti alle elezioni municipali è caduto sulle spalle della sua principale collaboratrice, Lyubov Sobol. Che è stata bloccata mentre tentava di salire su un taxi, per raggiungere il luogo della protesta sui bulvar, le grandi arterie alberate che formano un anello (dove molti vanno a passeggiare sabato e domenica) attorno al centro della capitale russa.
Per far capire che con il potere non si scherza, il Comitato investigativo ha aperto un’indagine per riciclaggio contro alcuni dipendenti della fondazione che finanzia le attività politiche di Navalny, la FBK (Fondazione per la lotta alla corruzione). L’accusa, che potrebbe avere conseguenze assai Repressione
serie, è di aver incassato l’equivalente di 14 milioni di euro provenienti da non meglio specificate attività criminali. Ma anche i semplici dimostranti rischiano grosso. La Costituzione garantisce la libertà di riunione. Ma la legge dice che bisogna concordare luogo e ora con le autorità. E Lo sfregio