Nona settimana di scontri La bandiera cinese finisce in mare
Squeste non danno mai il permesso per eventi nel centro delle città, dove tutti vogliono tenere le riunioni politiche. Così è successo anche questa volta e i bulvar sono stati dichiarati off-limits dal comune. Per gli organizzatori si profila una incriminazione con la possibilità di venir condannati
abato di scontri a Hong Kong, come accade ormai da nove settimane. Gli agenti in assetto antisommossa hanno lanciato gas lacrimogeni contro i manifestanti che hanno devastato una stazione della polizia. In precedenza un giovane era salito su un palo per strappare la bandiera cinese e poi gettarla in mare. La marcia di protesta era iniziata in modo pacifico. Ma poi i manifestanti hanno costruito delle barricate e la polizia è intervenuta. addirittura a 15 anni di carcere. I semplici partecipanti rischiano 8 anni. Comunque ieri tutti quelli che potevano sono scesi in piazza, a Mosca e anche a San Pietroburgo. Olga Misik, la diciassettenne che ha visto la sua immagine fare il giro del mondo la settimana scorsa, ha sfilato nuovamente con la Costituzione in mano (e questa volta è stata fermata).
L’intelligentsia urbana insofferente protesta per le elezioni locali, ma scandisce slogan di più ampia portata, come «Russia senza Putin». Una posizione certamente minoritaria nel Paese (il consenso del presidente continua a rimanere altissimo) ma che suscita non poche preoccupazioni, visto che per la prima volta dopo molti anni il 20 luglio ben ventimila persone sono scese in piazza.
Così ieri il Comune ha fatto di tutto per evitare grandi assembramenti. Nel parco più famoso di Mosca, Gorky Park, era stata organizzata una grande grigliata con assaggi gratuiti di piatti preparati dai cuochi più famosi. Poi sono stati chiamati a suonare alcuni dei gruppi più amati dai ragazzi, i Chaif di Ekateriburg e gli Uma2rman. In un altro parco, quello di Kolomenskoye, era stato indetto il festival del sito di entertainment Afisha, molto popolare.
Questa era la carota; poi c’era il bastone. Il rettore dell’università pedagogica di Mosca ha avvertito gli studenti che chi fosse stato fermato in una manifestazione non autorizzata sarebbe stato espulso dall’ateneo. A tutti quelli che passavano nelle strade centrali della capitale la polizia consegnava dei fogli nei quali si avvertiva che partecipare a dimostrazioni illegali è un reato. E chiedeva di fornire preventivamente gli estremi di un documento. Ieri due nuovi cortei:uno autorizzato a San Pietroburgo, uno 3 spontaneo a Mosca, con 685 arresti. Per l’osservatorio Ovd-info non hanno potuto vedere i loro legali. In manette la leader della protesta Lyubov Sobol (nella foto)