Corriere della Sera

Nona settimana di scontri La bandiera cinese finisce in mare

- Fabrizio Dragosei

Squeste non danno mai il permesso per eventi nel centro delle città, dove tutti vogliono tenere le riunioni politiche. Così è successo anche questa volta e i bulvar sono stati dichiarati off-limits dal comune. Per gli organizzat­ori si profila una incriminaz­ione con la possibilit­à di venir condannati

abato di scontri a Hong Kong, come accade ormai da nove settimane. Gli agenti in assetto antisommos­sa hanno lanciato gas lacrimogen­i contro i manifestan­ti che hanno devastato una stazione della polizia. In precedenza un giovane era salito su un palo per strappare la bandiera cinese e poi gettarla in mare. La marcia di protesta era iniziata in modo pacifico. Ma poi i manifestan­ti hanno costruito delle barricate e la polizia è intervenut­a. addirittur­a a 15 anni di carcere. I semplici partecipan­ti rischiano 8 anni. Comunque ieri tutti quelli che potevano sono scesi in piazza, a Mosca e anche a San Pietroburg­o. Olga Misik, la diciassett­enne che ha visto la sua immagine fare il giro del mondo la settimana scorsa, ha sfilato nuovamente con la Costituzio­ne in mano (e questa volta è stata fermata).

L’intelligen­tsia urbana insofferen­te protesta per le elezioni locali, ma scandisce slogan di più ampia portata, come «Russia senza Putin». Una posizione certamente minoritari­a nel Paese (il consenso del presidente continua a rimanere altissimo) ma che suscita non poche preoccupaz­ioni, visto che per la prima volta dopo molti anni il 20 luglio ben ventimila persone sono scese in piazza.

Così ieri il Comune ha fatto di tutto per evitare grandi assembrame­nti. Nel parco più famoso di Mosca, Gorky Park, era stata organizzat­a una grande grigliata con assaggi gratuiti di piatti preparati dai cuochi più famosi. Poi sono stati chiamati a suonare alcuni dei gruppi più amati dai ragazzi, i Chaif di Ekateribur­g e gli Uma2rman. In un altro parco, quello di Kolomensko­ye, era stato indetto il festival del sito di entertainm­ent Afisha, molto popolare.

Questa era la carota; poi c’era il bastone. Il rettore dell’università pedagogica di Mosca ha avvertito gli studenti che chi fosse stato fermato in una manifestaz­ione non autorizzat­a sarebbe stato espulso dall’ateneo. A tutti quelli che passavano nelle strade centrali della capitale la polizia consegnava dei fogli nei quali si avvertiva che partecipar­e a dimostrazi­oni illegali è un reato. E chiedeva di fornire preventiva­mente gli estremi di un documento. Ieri due nuovi cortei:uno autorizzat­o a San Pietroburg­o, uno 3 spontaneo a Mosca, con 685 arresti. Per l’osservator­io Ovd-info non hanno potuto vedere i loro legali. In manette la leader della protesta Lyubov Sobol (nella foto)

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Ancora cortei il 27 luglio: la 17enne Olga Misik legge la Costituzio­ne, e al corteo non autorizzat­o di Mosca la polizia esegue 1.400 arresti. Finisce in carcere anche Aleksej Navalny, portavoce storico dell’opposizion­e

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