«Ghiacci addio E conseguenze imprevedibili»
Dieci miliardi di tonnellate di ghiaccio fuse in un solo giorno in Groenlandia. Che significato ha il drammatico dato diffuso dall’istituto meteorologico della Danimarca?
«La situazione in Groenlandia sta peggiorando di anno in anno — risponde Leonardo Langone, direttore dell’istituto Polare del Cnr a Venezia — ad un ritmo preoccupante per le conseguenze possibili sul nostro pianeta. Dal 1972 al 2018 il bilancio dei 260 ghiacciai distribuiti sulla grande isola rivela che fino al 1980 questi erano in crescita ma da allora hanno incominciato a perdere ghiaccio in maniera sempre più consistente».
Da quando la situazione sta precipitando in modo serio?
«Dal 2000 al 2010 le perdite salivano a 187 miliardi di tonnellate ogni anno e nel decennio successivo si è arrivati a 286. I ghiacci più sensibili nelle perdite sono nel settentrione».
Con quali conseguenze ? «Un innalzamento delle acque dei mari: in 46 anni il livello è aumentato di 13,7 millimetri. Ciò che preoccupa è l’accelerazione del fenomeno con un trend sempre in crescita. Ma assieme si verifica anche una fusione del ghiaccio marino. Già il 14 luglio siamo arrivati ad una perdita significativa che ha ridotto l’estensione a 7,9 milioni di chilometri quadrati; un valore uguale a quello della stessa data nel 2012 che rimane un terribile anno record. Alla fine della stagione a settembre l’estensione era arrivata a 3,4 milioni di chilometri quadrati. E quest’anno potremmo scendere ancora più in basso. Ciò significa che ci avviciniamo in fretta alla soglia di un milione di chilometri quadrati, un valore sotto il quale i ghiacci del Polo Nord si considerano scomparsi. Con conseguenze imprevedibili».