Con le corde nel torrente, due morti
Sondrio, il gruppo di turisti praticava il «canyoning», l’acqua li ha travolti. «Li sentivamo gridare»
L’attrezzatura Caschetto da speleologia o alpinismo contro la caduta sassi
«Abbiamo sentito Claus, che si era appena calato nella forra, gridare che non riusciva più ad uscire. Chiedeva aiuto. La guida era con lui. Era buio. Noi dall’alto non vedevamo nulla. Poi improvvisamente il silenzio. I telefoni cellulari non prendevano. Siamo rimasti bloccati nel bosco sopra la cascata per ore in attesa dei soccorsi». All’ingresso dell’agriturismo «La campagnola» di Gordona (Sondrio), dove la comitiva di tedeschi composta da otto persone, compresa la moglie di una delle vittime, era arrivata giovedì sera, i sopravvissuti raccontano agli uomini della Guardia di Finanza, che stanno indagando, la tragedia che si è portata via il loro amico e l’istruttore che li aveva accompagnati.
Qualche giorno di vacanza per fare canyoning nelle strette gole della Val Pilotera, una valletta laterale della più nota Val Bodengo, paradiso per gli appassionati di questo sport. Il recupero Val Pilotera A perdere la vita, trascinati dalla forza dell’acqua e sbattuti contro le rocce, Hans Peter Althaus, tedesco, 48 anni, l’esperta guida che per tre volte quest’anno aveva raggiunto Gordona per accompagnare i gruppi, e Claus Peter Turbeis, 41 anni, origini tedesche, casa in Austria. La moglie lo aspettava in albergo: è stata lei, con i titolari dell’agriturismo, a lanciare l’allarme nella tarda serata di venerdì quando non ha visto rientrare il marito e gli amici. Lo hanno trovato all’alba di sabato: Claus era intrappolato nelle corde all’interno della forra sotto la cascata da cui si era calato. Il corpo dell’istruttore è stato recuperato dagli uomini del Soccorso Alpino trecento metri più a valle in una pozza. Gli altri cinque escursionisti erano stremati a lato del torrente, sotto choc.
Secondo una prima ricostruzione Hans Peter, sceso per primo, sarebbe morto nel tentativo di liberare il compagno risucchiato da un violento mulinello. Poi entrambi sarebbero stati travolti dalla violenza del torrente. Forse un’onda anomala, provocata dalla pioggia che cadeva fitta. Si sta cercando di verificare se ci sia stato uno scarico d’acqua improvviso da una vicina presa d’acqua di uno sbarramento idroelettrico (il deflusso scatterebbe in automatico al raggiungimento di un certo livello) e se questo eventualmente abbia in qualche modo influito. La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo. Sulle salme è stata disposta la visita esterna. Lungo il torrente sono presenti cartelli che mettono in guardia dal pericolo di piene improvvise.