Corriere della Sera

Con le corde nel torrente, due morti

Sondrio, il gruppo di turisti praticava il «canyoning», l’acqua li ha travolti. «Li sentivamo gridare»

- 10 km Barbara Gerosa

L’attrezzatu­ra Caschetto da speleologi­a o alpinismo contro la caduta sassi

«Abbiamo sentito Claus, che si era appena calato nella forra, gridare che non riusciva più ad uscire. Chiedeva aiuto. La guida era con lui. Era buio. Noi dall’alto non vedevamo nulla. Poi improvvisa­mente il silenzio. I telefoni cellulari non prendevano. Siamo rimasti bloccati nel bosco sopra la cascata per ore in attesa dei soccorsi». All’ingresso dell’agriturism­o «La campagnola» di Gordona (Sondrio), dove la comitiva di tedeschi composta da otto persone, compresa la moglie di una delle vittime, era arrivata giovedì sera, i sopravviss­uti raccontano agli uomini della Guardia di Finanza, che stanno indagando, la tragedia che si è portata via il loro amico e l’istruttore che li aveva accompagna­ti.

Qualche giorno di vacanza per fare canyoning nelle strette gole della Val Pilotera, una valletta laterale della più nota Val Bodengo, paradiso per gli appassiona­ti di questo sport. Il recupero Val Pilotera A perdere la vita, trascinati dalla forza dell’acqua e sbattuti contro le rocce, Hans Peter Althaus, tedesco, 48 anni, l’esperta guida che per tre volte quest’anno aveva raggiunto Gordona per accompagna­re i gruppi, e Claus Peter Turbeis, 41 anni, origini tedesche, casa in Austria. La moglie lo aspettava in albergo: è stata lei, con i titolari dell’agriturism­o, a lanciare l’allarme nella tarda serata di venerdì quando non ha visto rientrare il marito e gli amici. Lo hanno trovato all’alba di sabato: Claus era intrappola­to nelle corde all’interno della forra sotto la cascata da cui si era calato. Il corpo dell’istruttore è stato recuperato dagli uomini del Soccorso Alpino trecento metri più a valle in una pozza. Gli altri cinque escursioni­sti erano stremati a lato del torrente, sotto choc.

Secondo una prima ricostruzi­one Hans Peter, sceso per primo, sarebbe morto nel tentativo di liberare il compagno risucchiat­o da un violento mulinello. Poi entrambi sarebbero stati travolti dalla violenza del torrente. Forse un’onda anomala, provocata dalla pioggia che cadeva fitta. Si sta cercando di verificare se ci sia stato uno scarico d’acqua improvviso da una vicina presa d’acqua di uno sbarrament­o idroelettr­ico (il deflusso scatterebb­e in automatico al raggiungim­ento di un certo livello) e se questo eventualme­nte abbia in qualche modo influito. La Procura di Sondrio ha aperto un fascicolo. Sulle salme è stata disposta la visita esterna. Lungo il torrente sono presenti cartelli che mettono in guardia dal pericolo di piene improvvise.

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