L’alta tensione tra Usa e Pechino affonda le Borse
Borse ad alta tensione, New York arriva a cedere il 3,3%. Milano l’1,3%
Alta tensione sulle Borse. Giù Wall Street e Nasdaq. I mercati risentono ancora della guerra commerciale tra gli Usa e la Cina.
I mercati continuano a risentire della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dopo che il presidente americano Donald Trump ha ribadito la volontà di introdurre dazi al 10% su 300 miliardi di dollari di merci cinesi (finora escluse da tariffe doganali) a partire dal primo settembre prossimo.
La mossa ha provocato uno scossone della valuta cinese, scesa sul dollaro ai minimi da 11 anni. Ieri per acquistare un dollaro occorrevano 7,1087 renmimbi, contro i 6,2 di appena un anno fa. Sul «sentiment» dei mercati, non soltanto asiatici, ha pesato inoltre la preoccupazione per gli scontri di piazza ad Hong Kong, importante crocevia della finanza internazionale. In questo scenario movimentato Milano (-1,3%) e Madrid (-1,3%) hanno fatto leggermente meglio degli altri mercati europei, mentre Londra ha guidato i ribassi con un calo del 2,47% seguita da Parigi (-2,19% ) e Francoforte (-1,8%). Pesanti gli indici Usa che in serata perdevano il 2,9% il Dow Jones e oltre il 3% il Nasdaq. In Italia lo spread Btp Bund ha chiuso in rialzo a 208,2 punti. Nonostante l’aumento del differenziale Btp Bund il listino italiano è stato sostenuto dalle buone semestrali delle banche. Intesa Sanpaolo, Bper e Banco Bpm hanno chiuso in rialzo di circa un punto percentuale. Da segnalare il calo del rendimento dei Treasury Usa a 10 anni all’1,74% mentre i titoli a tre mesi offrono il 2,02%. La cosiddetta «inversione della curva dei rendimenti» è considerata un pericoloso segnale di recessione.