Corriere della Sera

Trump e le stragi: terrorismo interno

- di Viviana Mazza

Stragi negli Usa, Trump parla di «terrorismo interno» riferendos­i al suprematis­mo bianco: «Ma sono l’odio e i disturbi mentali a sparare, non le armi».

NEW YORK «Con una sola voce la nostra nazione deve condannare il razzismo, l’intolleran­za e il suprematis­mo bianco. Non c’è posto per l’odio in America». È la prima volta che Donald Trump parla in modo così esplicito della minaccia del suprematis­mo bianco. Lo ha fatto ieri, dalla Casa Bianca, con un messaggio di unità rivolto ai cittadini sconvolti dall’ultimo tragico fine settimana in cui 31 persone sono state uccise nell’arco di 13 ore in due sparatorie, a El Paso, in Texas, e Dayton, in Ohio.

«Sono crimini contro l’umanità», ha detto il presidente: ● Dopo le due sparatorie i democratic­i avevano attaccato Donald Trump

● Il presidente è accusato di aver acceso l’odio razziale verso gli immigrati «È terrorismo».

In Texas pare che il movente del killer sia stato l’odio contro «l’invasione» ispanica, espresso in un manifesto pubblicato online pochi minuti prima del massacro, come ha confermato ieri la polizia: il ministero della Giustizia sta trattando il caso come «terrorismo interno», il killer rischia la pena di morte.

In Ohio, invece, dove l’attentator­e ha ucciso la sorella e altre otto persone, le motivazion­i sono ancora poco chiare.

I critici del presidente non sono stati placati dal discorso di ieri: molti dei 20 candidati democratic­i alla Casa Bianca denunciano come le sue frasi razziste contro gli immigrati e le minoranze abbiano contribuit­o a creare un clima di odio. E lo stesso Obama ha invitato ieri gli americani a rifiutare in modo netto questo tipo di linguaggio «da chiunque venga tra i nostri leader».

Trump ha parlato della necessità di confiscare le armi a chi ha disturbi mentali, di punire con la pena di morte chi commette stragi di massa, di controllar­e l’odio diffuso sui social e combattere la «glorificaz­ione» della violenza nei videogioch­i e nella cultura americana. Ma sono «i disturbi mentali e l’odio a premere il grilletto, non le armi», ha sottolinea­to il presidente, che non ha espresso alcun appoggio per controlli più severi su chi può acquistare le armi.

Eppure solo tre ore prima Trump aveva espresso idee un po’ diverse su Twitter. Oltre ad accusare i media di diffondere «fake news che promuovono un clima di rabbia», aveva anche scritto che repubblica­ni e democratic­i dovrebbero lavorare insieme per approvare le misure sui controlli sulle armi arenate al Senato (magari accordando­si anche sull’immigrazio­ne). Di quelle idee di compromess­o bipartisan però non c’era traccia nel discorso pomeridian­o.

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