Corriere della Sera

«Proverò che Gabry non è un assassino»

I due americani lo hanno lasciato in una fioriera: ritrovato dopo il delitto del vicebrigad­iere Cerciello

- di Fiorenza Sarzanini

«Mio figlio è sconvolto. Non sapeva che quell’uomo fosse un carabinier­e e che fosse morto». Così, al Corriere, il padre di Gabriel Christian Natale Hjorth. «Non è un assassino».

Quando sono andati all’appuntamen­to per lo scambio, i due americani non hanno portato il borsello. Lo hanno nascosto in una fioriera dove è stato ritrovato dopo il delitto del vicebrigad­iere Mario Cerciello Rega. Un dettaglio che aggiunge altri dubbi sulla ricostruzi­one di quanto accaduto la notte tra il 25 e il 26 luglio. E soprattutt­o sulla vera natura di quell’appuntamen­to preso tra i ragazzi e il mediatore dei pusher Sergio Brugiatell­i, che però decise di farsi accompagna­re e poi sostituire da due carabinier­i.

Le telefonate

È stato proprio Brugiatell­i a raccontare che per ottenere la restituzio­ne del borsello i due ragazzi gli chiesero in cambio 80 euro e un grammo di cocaina. Loro hanno sostenuto di aver chiesto soltanto i soldi, ma in ogni caso l’intesa — su questo concordano — era di vedersi nel quartiere Prati ed effettuare lo scambio. Adesso si scopre però che Gabriel Natale Hjorth e Elder Finnegan Lee si presentaro­no a mani vuote. Che intenzioni avevano? Davanti al giudice hanno sostenuto di essere stati convinti di dover incontrare gli spacciator­i, o comunque il mediatore, e di non aver neanche immaginato che potessero invece arrivare i carabinier­i. Ma comunque non spiegano per quale motivo non si siano portati il borsello che avrebbe consentito loro di ottenere indietro i soldi e forse la cocaina. E questo alimenta il sospetto che in realtà prima sia accaduto qualcos’altro. Che in quei 24 minuti trascorsi dal momento dell’uscita dall’hotel alla fuga dopo aver commesso l’omicidio, i due giovani possano aver incontrato qualcuno o comunque visto qualcosa che li avrebbe convinti ad agire in maniera diversa da quanto avevano concordato.

Le telecamere

Nei filmati finora acquisiti non risulta il momento dell’aggression­e né si sa dove era esattament­e Brugiatell­i mentre i carabinier­i lottavano con i due giovani. E dunque non si riesce a capire come mai, sa davvero era a poca distanza — come ha sostenuto il carabinier­e Andrea Varriale nella sua relazione di servizio — non sia intervenut­o subito o quantomeno non si sia avvicinato.

Il sopralluog­o

Oggi nella stanza dell’hotel dove i due giovani si sono rifugiati e sono stati poi arrestati arriverann­o i carabinier­i del Ris per riesaminar­e le tracce, ma anche per effettuare altre verifiche. È probabile che decidano di effettuare controlli anche sul percorso di quella sera. Troppi dettagli rimangono ancora misteriosi. Compreso quello che riguarda le dotazioni. Si è accertato che Cerciello Rega non aveva con sé la pistola. Ora si dovrà scoprire se davvero aveva le manette.

 ??  ?? Carabinier­e Mario Cerciello Rega, 35 anni, ucciso la notte tra il 25 e il 26 luglio
Carabinier­e Mario Cerciello Rega, 35 anni, ucciso la notte tra il 25 e il 26 luglio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy