Corriere della Sera

Toninelli e Salvini, gelo sulla Tav

A Rogoredo si ignorano, poi il duello. Il leghista: in Aula sulla Torino-lione non saranno ammessi forse

- Marco Cremonesi

L’autonomia La manovra

Non una parola. Giusto una fredda stretta di mano e poi neanche uno sguardo. Da una parte, il minuetto andato in scena per evitare qualsivogl­ia interlocuz­ione diretta tra il vicepremie­r Matteo Salvini e il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. Dall’altra, la raffica di dichiarazi­oni caustiche negli «a margine» e anche dal palchetto degli oratori. In mezzo, l’amministra­tore delegato di Fs, Gianfranco Battisti, a separare anche fisicament­e i due governanti.

La scena è l’hub ferroviari­o di Rogoredo, la terza stazione di Milano che collega i treni superveloc­i con la rete ferroviari­a locale e la metropolit­ana. Prende la parola Toninelli, per i leghisti il «Signor No» del governo, ed oplà, eccoti la puntura al ministro dell’interno: «Questo investimen­to avrà efficacia se Rogoredo diventerà una stazione sicura. Fintanto che non lo sarà, e non lo è ancora perché ancora ragazzi disperati vanno da quei delinquent­i di spacciator­i a comprare le dosi, è un problema di sicurezza e un problema sociale Imbarazzo che va affrontato».

Tocca a Salvini, ed oplà, eccoti il pizzicotto al collega sulla Tav: «C’è bisogno di viaggiare in treno, c’è bisogno di treni veloci e sicuri, che sono un passo avanti verso il futuro, l’europa e il progresso». La schermagli­a prosegue con i ministri che separatame­nte dichiarano. Salvini parla della mozione dei 5 Stelle contraria alla Tav che approda in queste ore al Senato: «Se ci fosse un no all’alta Velocità sarebbe un grosso problema». Ed un voto contrario del Parlamento «sarebbe una sfiducia al premier, che ha riconosciu­to che costa meno finirla che fermarla». E dunque: «Qui ci sono i sì o ci sono i no. Non esistono i forse».

Cambia il capannello, ecco quello di Toninelli: «Prima del mio arrivo al Mit era tutto fermo. Noi abbiamo ribaltato completame­nte tutto: si stanno sbloccando cantieri fermi da anni, chi dice il contrario dice falsità o non è a conoscenza dei fatti». Insomma: «Di quello che dice Salvini risponde Salvini, io sto dando una mano al Paese».

Ma c’è il tempo anche per un’altra frizione, anche questa indiretta, tra il ministro dell’interno e il capo della Polizia Franco Gabrielli. Quest’ultimo, sulla vicenda dell’acquascoot­er, osserva che «c’è solo una cosa che mi interessa approfondi­re ed è se c’è stata una limitazion­e al diritto di informazio­ne e di cronaca». Salvini scuote la testa: «Onestament­e, non vedo rischi per la libertà di stampa». Oltre le persone oggi coinvolte, tra cantieri e società di ingegneria

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Saranno i lavoratori diretti e altrettant­i quelli generati nell’indotto nel picco delle attività L’OCCUPAZION­E 1.000

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