Conte: patto per la crescita I sindacati: più concretezza
Oggi l’incontro tra Salvini e parti sociali. Cgil e Cisl ci saranno, non Landini e Furlan
Dopo gli interventi a sostegno delle fasce più deboli, come reddito e quota 100, il governo prepara una fase «2» per la crescita dell’economia. E soprattutto un taglio delle tasse a favore dei lavoratori. I redditi familiari sono fermi dal 2009 e i salari netti annui sono scesi di 5 mila euro nel corso del decennio: per Giuseppe Conte siamo a una vera e propria «emergenza salariale» e la priorità deve essere il recupero del potere d’acquisto delle famiglie. Cominciando già nel 2020 con un taglio del cuneo fiscale (cioè delle tasse e dei contributi) a favore di dipendenti e pensionati. Che si senta su assegni e buste paga, e non sui bilanci delle imprese.
Il presidente del Consiglio, che insieme al ministro dell’economia ha ricevuto ieri le parti sociali, sembra aver fatto la sua scelta, incontrando il sostegno dei sindacati. Anche Luigi Di Maio, che insiste sul salario minimo, e che oggi presenterà al Consiglio dei ministri un decreto sulle aziende in crisi (Whirlpool e Blutec almeno), la stabilizzazione dei precari dei centri per l’impiego e dell’anpal, e sui «rider», (i lavoratori delle consegne a domicilio che avranno la copertura Inail), sembra convinto. Ma si attende la posizione di Matteo Salvini, che punta deciso sulla flat tax, non vuole «giochini» con gli 80 euro del bonus Renzi, e che oggi replicherà al Viminale l’incontro con le parti sociali (senza Landini per la Cgil e Furlan, assente anche ieri, per la Cisl).
Tavoli «complementari» secondo la Lega, anche se Conte ha ribadito ieri a imprese e sindacati che il tavolo della trattativa, da chiudere a settembre, è a Palazzo Chigi. Alle parti sociali Conte ha parlato di un piano di rilancio basato su quattro pilastri: «la tutela della sicurezza sociale, politiche attive sul lavoro e la formazione, sostegno agli investimenti pubblici e privati e un sistema fiscale e normativo favorevole alla competitività». «Dobbiamo affrontare l’emergenza salariale e della natalità» ha detto Conte promettendo misure specifiche. «Il taglio del cuneo fiscale — ha detto — deve liberare risorse effettive sulle buste paga». I sindacati hanno apprezzato anche le aperture di Di Maio al salario minimo (che non piace a Confcommercio) nel rispetto della contrattazione collettiva, e chiedono la detassazione degli aumenti contrattuali.