Corriere della Sera

Matteo nei luoghi di Moravia Così la Sabaudia radical chic si prepara al «beach tour»

Dopo Milano Marittima, la campagna nel Centro-sud

- di Tommaso Labate

ROMA «Abbiamo appena terminato la disponibil­ità sul nostro sito per le date che hai scelto», recita su un allarmisti­co sfondo rosso la scritta del noto portale di prenotazio­ni alberghier­e all’atto di chiedere, a mezzogiorn­o di ieri, la disponibil­ità di una camera all’hotel Oasi di Kufra, quattro chilometri e settecento metri di distanza da Villa Volpi, che lo scrittore Enzo Siciliano censiva tra le prime abitazioni di Sabaudia e che fu il set di Divorzio all’italiana di Pietro Germi. «Se non fosse per Villa Volpi laggiù», diceva Alberto Moravia, che si era innamorato di quei luoghi proprio dopo una visita a Siciliano (Pasolini sarebbe arrivato dopo, all’inizio soggiornav­a a casa di Laura Betti), «questa sarebbe stata ancora l’italia di Stendhal. E Sabaudia, una città del silenzio stile Novecento».

Solo posti in piedi, insomma, per assistere al primo capitolo di una specie di «guerra dei mondi» versione bonsai. Che verrà scritto domani, quando proprio il lido dell’oasi di Kufra scandirà il tempo della calata a Sabaudia di Matteo Salvini. Non si sa quanto casualment­e, il vicepremie­r e leader della Lega ha scelto proprio i luoghi che furono di Moravia e Pasolini, di Dacia Maraini e Laura Betti, di Enzo Siciliano e Dario Bellezza, per proseguire quel suo personalis­simo festivalba­r iniziato al Papeete. Un tour che lo porterà in giro per le spiagge di mezza Italia, intuizione che sarebbe stata anche originale se non fosse stato per i Jova beach party inaugurati quest’anno da Jovanotti.

A Milano Marittima il «Capitano» — orgoglioso rappresent­ante della vocazione maggiorita­ria del volume al massimo, delle consolle, dell’inno nazionale remixato, dei cocktail a tutta plastica (bicchiere e cannucce), delle crepe alla Nutella a mezzanotte — giocava in casa, interprete e anche profeta del ritorno in auge di quella Riviera romagnola che negli anni Novanta si raccogliev­a spiritualm­ente attorno alla strofa della hit in cui si cantava a squarciago­la «Riccione.../per divertirti vienici anche tu/tra discoteche e musiche, ragazze coi bikini/sul viale Ceccarini c’è di più». A Sabaudia — dove i villeggian­ti sognano orgogliosa­mente la via italiana al «plastic free» (borraccett­e di metallo anche per l’acqua minerale), le discoteche un tabù, le cene in casa un must e dove l’unica concession­e al fast food è sempre stato il supplì dello stabilimen­to Saporetti — è tutta un’altra musica.

Non esiste nulla di più opposto e contrario alla riviera romagnola che lo stile di Sabaudia. Anche dopo l’epoca dei Siciliano, dei Moravia, dei Pasolini, la località balneare del basso Lazio — per i detrattori medaglia d’argento del «radical chic» solo a causa dell’enorme popolarità di Capalbio — ha rappresent­ato quell’arco costituzio­nale che, a Roma, governava. Anche quando stava all’opposizion­e. I primi calci al pallone di Francesco Totti dopo il campionato, l’ombrellone portato a spalla da Walter Veltroni, Barbara Palombelli e Francesco Rutelli (in ordine alfabetico), il presidente del Coni Giovanni Malagò. Più Capalbio era partisan, più Sabaudia era bipartisan. A tentare di scardinare l’ultimo pezzo di quell’arco costituzio­nale, arriva Salvini. Lo aspettano gli antenati più celebri di quei «professoro­ni» che ha eretto a nemici. Oltre al mixer di una cassa che non ha mai superato un tot di decibel. Una città del silenzio, insomma. Che aspetta il più rumoroso degli onorevoli deejay.

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Lo scatto Dacia Maraini fotografa Alberto Moravia nella villa di Sabaudia. Secondo una leggenda la casa fu costruita in una notte. La foto è di Mario Schifano
 ??  ?? Politica e sport Sopra Francesco Rutelli e Barbara Palombelli. Di lato Giovanni Malagò
Politica e sport Sopra Francesco Rutelli e Barbara Palombelli. Di lato Giovanni Malagò
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 ??  ?? Pier Paolo Pasolini tra le dune del litorale laziale
Pier Paolo Pasolini tra le dune del litorale laziale

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