Addio alleanze Così Modi balla da solo
Siamo pienamente nell’era delle decisioni unilaterali. Dopo avere stravinto in maggio le elezioni, il primo ministro indiano Narendra Modi ha mosso il passo più rischioso da decenni per la politica internazionale di Delhi. Strappare l’autonomia statuale al Kashmir senza tenere conto delle opposizioni sul posto e senza considerare le ripercussioni estere è la decisione di un governo, quello del Bjp, che punta come mai prima sul nazionalismo. Ora, dovrà affrontare la ribellione della maggioranza musulmana dello Stato Jammu and Kashmir e gestire problemi storici di frontiera con il Pakistan (con rischio terrorismo) e con la Cina. In più, vedrà probabilmente peggiorare i rapporti anche con Washington, che al primo ministro pakistano Imran Khan si è riavvicinata e ha chiesto assistenza nel confronto con i talebani dell’afghanistan. È vero che il Kashmir è un punto di tensione dall’ottobre 1947, quando fu unito all’india e non al Pakistan dopo la Partition con cui si concluse il dominio britannico nel subcontinente: risolverlo darebbe stabilità alla regione. Cercare di farlo con un colpo di mano, nemmeno tanto pacifico, potrebbe però innescare una spirale difficile da controllare. Da oggi una cosa è chiara: l’india di Modi è indifferente alle alleanze, va da sola. Come una grande potenza che forse ancora non è.