Corriere della Sera

La traccia

Schiavone (Ris) e la strage di Corinaldo: la bomboletta spray fu usata tutta

- Isacchetto­ni@corriere.it

da tenere in consideraz­ione». Sei morti, 197 feriti, qual era lo scenario che avete trovato all’indomani della tragedia?

«Quasi da guerra batteriolo­gica, poi, lentamente, coi tamponi abbiamo rintraccia­to la sostanza nei vari punti del locale. Vicino all’uscita d’emergenza si toccava lo zenit». Spray al peperoncin­o spruzzato per aprirsi una via di fuga. Che ragionamen­to avete fatto davanti alla bomboletta vuota trovata quasi per caso sulla pista?

«Eravamo increduli. Un disastro del genere causato da una piccola confezione di spray? All’inizio pareva impossibil­e. E invece ci siamo arresi alle evidenze. Non era stata una spruzzata e via, era stata svuotata un’intera bomboletta. La concentraz­ione di persone aveva influito. E la precarietà ● Il colonnello Sergio Schiavone, 53 anni, è il comandante del Ris di Roma, incarico assunto nel 2017. Per undici anni aveva guidato il Ris di Messina delle uscite di emergenza ha trasformat­o la serata in una vera e propria carneficin­a». Come avete scoperto la banda dei ragazzini dello spray?

«C’era una traccia significat­iva sul pulsante dello spray, superficie rugosa che trattiene le cellule morte della pelle. L’abbiamo trovata dopo quattro mesi grazie a una squadra di dieci persone: uomini delle nostre sezioni chimica, biologica e del reparto operativo». È la prova?

«Noi crediamo di sì ma sarà il processo a stabilirlo. Una volta isolato, quel profilo di Dna è stato inserito nella banca dati nazionale e corrispond­eva a Ugo Di Puorto, che aveva precedenti per furti in discoteca. Questo ci ha aiutato».

Non capita ogni volta?

«Non quanto in Inghilterr­a, ad esempio, dove hanno oltre due milioni di profili custoditi nei loro archivi».

E poi che cosa è successo?

«Sono subentrati altri strumenti investigat­ivi»

Sta parlando delle intercetta­zioni ?

«Sì. Senza quelle avremmo solo una persona e non il quadro completo».

Avete svolto un ruolo anche nel ricostruir­e le carenze struttural­i del «Lanterna azzurra»?

«Un nostro investigat­ore era nel pool di consulenti della procura di Ancona che ha effettuato gli approfondi­menti. Il risultato dei controlli è ancora in parte coperto dal segreto istruttori­o ma c’è già stato un sequestro preventivo del locale da parte del giudice per le indagini preliminar­i che attesta come la strada imboccata dalla Procura sia quella giusta».

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