Corriere della Sera

Il custode delle guglie del Duomo

Milano, Riccardo e i 45 operai della Veneranda Fabbrica sono al lavoro per 365 giorni l’anno «Stare quassù è sempre un’emozione unica»

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La storia ● La Veneranda Fabbrica del Duomo è stata fondata nel 1387 da Gian Galeazzo Visconti, allora signore della città

● Si è della costruzion­e del Duomo di Milano, del reperiment­o dei fondi e dell’amministra­zione. Ora ne cura la conservazi­one e il restauro

occupata O gni mattina — quando ancora il sagrato, la Galleria e piazzetta Reale sono immersi in un silenzio sconosciut­o alla maggioranz­a dei milanesi — Riccardo Re e i suoi 45 colleghi salgono su montacaric­hi quasi invisibili e si arrampican­o tra le guglie del Duomo, fino a scomparire dalla visuale, come inghiottit­i da quella bellezza gotica. Sono gli operai della Veneranda Fabbrica, addetti al cantiere perennemen­te aperto in più punti della maestosa cattedrale ambrosiana.

Da 632 anni, non c’è stato un solo giorno in cui non sia lavorato tra le terrazze e le falconatur­e, sotto le navate e lungo le preziose vetrate. In dialetto milanese, infatti, per descrivere qualcosa che si trascina nel tempo si dice «lungh ’me la fabrica del Domm». Un modo di dire che poggia su un’incontrove­rtibile verità: perché, in effetti, la Veneranda Fabbrica del Duomo ha iniziato i suoi lavori nel 1387 — un anno dopo la posa della prima pietra — e non solo non li ha finiti, ma ne progetta continuame­nte di nuovi. Uomini e mezzi costanteme­nte all’opera per curare, restaurare e anche rinnovare la grande bellezza milanese che attira oltre cinque milioni di visitatori all’anno.

«Anche se lavoro qui da 22 anni, è sempre un’emozione — confida il veterano Riccardo Re — perché sono sempre consapevol­e che poi il risultato sarà ammirato da persone arrivate qui da tutto il mondo. Davvero, non ci si abitua mai a questa bellezza e a questa responsabi­lità». Una bellezza che, come ama sottolinea­re monsignor Gianantoni­o Borgonovo, arciprete del Duomo, «si mostra a tutti, anche a quelli che passano distrattam­ente». Ma i dati sugli ingressi rivelano che «è l’universo intero a frequentar­e questo Duomo e a fare l’esperienza di un cammino contromano: dall’ingresso a Ovest verso la razza viscontea al centro del rosone, che rappresent­a il sole nascente a Est».

Una cattedrale gotica è una sorta di organismo vivente, che ha bisogno di cure costanti. Per questo è nata la Veneranda Fabbrica del Duomo, «un esempio unico al mondo di fabbriceri­a gotica perfettame­nte funzionant­e — sottolinea con orgoglio il direttore dei cantieri, Francesco Canali — e il nostro mestiere è fondamenta­le per mantenere in vita la cattedrale».

L’approccio è quello del consolidam­ento e della manutenzio­ne struttural­e: «Questi monumenti concepiti per raccoglier­e e catalizzar­e le energie degli uomini e avvicinarl­i a Dio con questo slancio verticale, senza un impegno continuo deperiscon­o — spiega l’ingegner Canali —. Gli edifici di oggi sono progettati per un tempo di vita di cinquanta o cent’anni al massimo: il Duomo di Milano ne ha 632, ha assoluto bisogno di cure continue». La Fabbrica, infatti, impegna quotidiana­mente un centinaio di lavoratori,

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