Il petroliere ucciso La prova cancellata con il dentifricio
DELITTI IN HOTEL Texas, Greg Fleniken senza vita accanto al letto Sembra un arresto cardiaco e viene cremato Ma un investigatore privato scoprirà la verità
Fair Crime. Appena entrato nella stanza 348 annuncia: «Credo di sapere come quest’uomo è morto. So chi l’ha ucciso, e come lo prenderemo».
Dietro la porta della camera, Brennan ha notato una piccola crepa, all’apparenza provocata dallo sbattere della maniglia. La cosa strana è che la maniglia in realtà tocca il muro qualche millimetro più in alto. Dall’altro lato della parete, cioè nella stanza 349, l’investigatore privato trova invece una macchia biancastra proprio alla stessa altezza. Spinge il dito nella superficie e sente una sostanza gommosa: qualcuno ha usato del dentifricio per coprire un foro. Il foro di una pallottola.
Brennan condivide subito la scoperta con il detective Apple, e insieme si presentano dal dottor Brown. Questi riesamina le foto dell’autopsia e ammette che sì, quelle lacerazioni interne sono compatibili con la traiettoria di un piccolo proiettile, entrato attraverso lo scroto e arrivato fino al cuore. Dopo qualche istante di silenzio aggiunge: «I media mi massacreranno».
Gli elettricisti confessano al primo interrogatorio. Quella sera avevano bevuto e uno di loro, Lance Mueller, 49 anni, a un certo punto aveva tirato fuori la sua pistola, una Ruger 9 millimetri, per scherzare un po’. Il guaio è che poi era partito un colpo. Siccome nessuno fuori si era accorto dello sparo, e pensando che nessuno si fosse fatto male, avevano coperto il foro sul muro alla buona e alle 9 di sera erano scesi al bar dell’albergo per continuare a bere. L’indomani, quando avevano visto arrivare la polizia, avevano nascosto la pistola nell’auto e giurato di non raccontare nulla ad anima viva.
Greg Fleniken è una delle 606 persone uccise negli Stati Uniti nel 2010 dallo sparo accidentale di un’arma regolarmente detenuta. Se Mueller avesse confessato subito l’«incidente», con ogni probabilità il tribunale del Texas gli avrebbe dato solo qualche mese con la condizionale, come accade di norma in questi casi. Invece Susie Fleniken ha avuto almeno un po’ di giustizia e l’ha visto finire in carcere, condannato a dieci anni per omicidio preterintenzionale.