Corriere della Sera

I valori del branco negli antichi codici feudali

- di Dacia Maraini

Difficile da capire questa esplosione di criminalit­à minorile. Anche perché sembra slegata da ogni questione sociale. Non sono gli adolescent­i poveri, gli emarginati che delinquono ma ragazzi di famiglie agiate che interrogat­i, parlano di noia. Quasi sempre sono in preda all’alcol o alle droghe.

Ma soprattutt­o quello che inquieta è la completa mancanza di percezione dell’illecito. Presi con le mani nel sacco si mostrano stupiti, quasi fossero interrotti in una pratica legittima. Il che significa che è saltato nella maniera più completa il senso del bene e del male.

Penso ai due ragazzi americani che hanno preso a coltellate un onesto carabinier­e. Ritenevano di avere colpito un truffatore e per loro era una giustifica­zione per reagire con inaudita furia omicida. Penso alle baby gang italiane che col peperoncin­o creavano panico per strappare alle vittime portafogli, collane, catenine d’oro, orologi preziosi.

Ma è solo la droga che crea queste forme di ottundimen­to morale? Non potrebbe essere che questi ragazzi, essendo figli di un tempo in cui la supremazia virile è messa in discussion­e, si sentano impegnati,come una avanguardi­a di soldati in cerca di vendetta, a intraprend­ere una guerra cieca e crudele contro un nemico invisibile che li sta privando della più arcaica identità maschile?

I valori che circolano presso questi branchi ricordano antichi codici feudali: disprezzo verso i deboli, sfida ai pericoli più rischiosi, propension­e verso guerre devastanti contro un nemico odiato e misterioso che, come nei fumetti, viene da un cosmo ostile e minaccioso.

In effetti la maggioranz­a assoluta di questi guerrieri da fumetto sono maschi e le prede che prediligon­o sono le giovani femmine, da condannare per le loro nuove libertà. Gli adulti certo non danno il buono esempio, e questo non fa che diffondere l’idea della legittimit­à del crimine.

Giovani criminali Inquieta la completa mancanza di percezione dell’illecito. Presi con le mani nel sacco si mostrano stupiti, quasi fossero interrotti in una pratica legittima

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