Mai rassegnarsi, la lezione di Theodor Adorno cinquant’anni dopo
Nel numero 401 il ricordo del filosofo scomparso il 6 agosto 1969. Poi i «pensieri» dei computer e il viaggio nelle stanze della casa
Il suo messaggio resta vivo ancora oggi: lottare per abolire la sofferenza e non rassegnarsi alle condizioni date. Moriva il 6 agosto di cinquant’anni fa il filosofo Theodor Adorno, nato nel 1903 a Francoforte sul Meno. Su «la Lettura» #401, in edicola per tutta la settimana fino a sabato 10 (qui a fianco, la copertina firmata da Fausta Squatriti), Marina Calloni ricorda il filosofo, esponente della Scuola di Francoforte, che da contestatore finì lui stesso per
essere contestato. Le sue critiche alla società capitalista, raccolte dai giovani del Sessantotto e dalle femministe, si rovesciarono poi contro di lui, perché accusato di residui borghesi e patriarcali.
Dell’irrazionale parla il filosofo americano Justin Smith, storico del pensiero e della scienza, intervistato da Marco Del Corona. Il suo nuovo libro, Irrationality (Princeton University Press; in Italia uscirà nel 2020 per Ponte alle Grazie), tratta del potere del «lato oscuro della ragione» e del ruolo della «filosofia dell’umorismo», che si sta perdendo. Dalla filosofia ai confini della scienza: un uomo muove con il pensiero un arto robotico; i lacci neurali di Elon Musk traducono l’attività cerebrale nel «linguaggio» della macchina... di questo limbo a ridosso della fantascienza scrivono Fabio Deotto, Giulio Giorello, Claudio Tuniz e Vincenzo Trione.
Nella sezione «La polemica», Giovanni dall’orto ricorda un anniversario italiano passato in silenzio: il 30 giugno 1889 veniva approvato il Codice Zanardelli, che abolisce il reato di «atti contro natura»: l’amore gay viene depenalizzato per la prima volta. Eppure nel mondo si è celebrata la «rivolta di Stonewall», avvenuta a New York (solo) nel 1969.
Tra i contenuti de «la Lettura», otto pagine sono dedicate a i luoghi della casa, dalla cucina al bagno: studiosi ed esperti di costume e design li raccontano e due scrittori portano i romanzi in cantine e soffitte. Nello spazio dedicato ai grandi artisti che omaggiano i poeti, Michelangelo Pistoletto sceglie il paroliere Mogol.