Animazioni, zoom, movimento per raccontare la complessità
Il docente Paolo Ciuccarelli: «Così la comprensione è su più livelli»
Ho un ricordo molto nitido di quell’incontro al Politecnico di Milano, in Bovisa, in cui Antonio Troiano e Luca Mastrantonio ci sfidarono con un progetto ambizioso e intrigante: raccontare i fenomeni culturali attraverso i dati e la loro rappresentazione visuale, in un format di una pagina nel neo-(ri)nato supplemento «la Lettura» del «Corriere della Sera». L’intuizione che ci fosse un pubblico disposto ad accogliere un modo diverso di descrivere e raccontare la cultura e che fosse il momento giusto per provare a stimolare quel pubblico si è rivelata subito azzeccata; come pure l’intuizione della visualizzazione dei dati come linguaggio, non nuovo in assoluto, certamente diverso dai testi e dalle immagini che compongono normalmente un articolo di giornale. Il format prese il titolo — appunto — «Nuovi Linguaggi/ Visual Data».
Quel format ha quasi dieci anni e i tanti premi internazionali, i riscontri dei lettori — pure a volte controversi — la mostra alla Triennale di Milano, testimoniano di una vita intensa e importante che, come sempre accade ai progetti di frontiera, non nasconde i suoi limiti. Limiti che possiamo definire «naturali»: la volontà — nostra soprattutto, ma non solo — di mostrare i fenomeni culturali nella loro complessità (naturale anche questa) si è scontrata con i limiti fisici del dispositivo — la pagina — e con quelli cognitivi dei modelli visuali e di interazione che la carta impone. Condensare la complessità in una superficie bidimensionale, anche quando si progettano modelli visuali nuovi, specifici e più ricchi, è compito arduo, e pone una sfida non banale anche al lettore: non sempre la complessità è stata sufficientemente addomesticata in quelle pagine e l’accesso alla rappresentazione visuale non sempre è risultato
immediato. La rappresentazione della complessità è necessariamente anch’essa complessa, ridurla troppo d’altronde non rende giustizia al fenomeno che si vuole osservare e descrivere. Che fare allora per mantenere fermo l’obiettivo e facilitare al contempo il lettore nel suo percorso di avvicinamento alla complessità della cultura?
La progressiva apertura al digitale de «la Lettura» ha aperto la strada all’integrazione tra la visualizzazione su carta, statica e bidimensionale, e la rappresentazione digitale dello stesso fenomeno sul sito web del supplemento. È questo il modo in cui «la Lettura» e il laboratorio di ricerca Densitydesign del Politecnico di Milano rilanciano spostando l’orizzonte della sfida un po’ più avanti: pubblicare le visualizzazioni dei dati anche online sfruttando la possibilità di preservare la complessità diluendola nel tempo — animazione, interazione... — e nello spazio — zoom in e out, movimento... — senza ridurla, rendendola comprensibile e manipolabile per un pubblico abituato ad una lettura a più livelli — superficie e approfondimento — e allenato alle interfacce dinamiche e interattive.
L’operazione, va da sé, non può essere puro trasferimento: i due canali — quello cartaceo e quello del web — hanno logiche di fruizione diverse e richiedono dunque interfacce specifiche. Creare continuità e rimandi tra le due modalità di rappresentazione dello stesso fenomeno rispettando e sfruttando al contempo le specificità dei due canali è un compito non banale per i designer, che — insieme all’équipe di esperti dell’università di Ginevra — hanno potuto sperimentare questo approccio sulle due visualizzazioni pubblicate da «la Lettura» relative all’opera di Calvino. Nella sua traduzione online la visualizzazione Il tempo e le opere, che raccoglie tutti lavori dell’autore, è stata rimodellata per aderire alla verticalità del format online e sfruttarla a vantaggio del lettore: lo scorrimento della pagina evidenzia sequenzialmente uno a uno i cinque decenni della produzione calviniana, attivando di volta in volta annotazioni testuali interattive a margine che favoriscono l’approfondimento. Gli elementi principali della visualizzazione — le opere — sono interattivi, tanto nel diagramma complessivo quanto nelle note testuali di accompagnamento per facilitare l’esplorazione attraverso i rimandi. Nel secondo lavoro su Calvino pubblicato su lalettura.it/visualdata, I racconti di Italo Calvino, l’interazione aiuta a esplorare il fitto intreccio delle relazioni tra i racconti, i periodici dove singolarmente venivano pubblicati e le raccolte dove successivamente confluivano. La verticalità del format online evidenzia ulteriormente quel ruolo di «spina dorsale» che la ricerca riconosce alla scrittura dei racconti nell’arco della produzione calviniana.
Il responso dei lettori ci dirà in che misura questa rinnovata sfida avrà contribuito alla missione alla base del patto iniziale tra l’editore e la ricerca scientifica: non tradire la complessità dei fenomeni culturali e renderla al contempo fruibile per un pubblico il più possibile ampio.