Corriere della Sera

In tre contro i seminatori di morte Un’indagine di veleni e fantasmi

Un agente, una giornalist­a e un legale sono gli eroi del libro d’esordio di Tony Kent (Solferino)

- Carlo Baroni

Ifantasmi del passato. Gli incubi del presente. Un attentato nel cuore e al cuore di Londra. In una Trafalgar Square presidiata dai migliori uomini della sicurezza. Inglesi e americani. Un «airbag» difensivo pronto ad attenuare anche l’urto più violento. Se non fosse che. L’animo umano ha strade che la ragione non può conoscere. E allora accade quello che non vorresti mai.

Sul palco di Trafalgar Square ci sono tre leader mondiali, il presidente degli Stati Uniti e il suo predecesso­re, il premier inglese e il ministro per l’irlanda del Nord, nonché il politico più popolare del Regno Unito. E sarà lui a cadere sotto i colpi del killer.

Complotto mortale (Solferino editore) è il debutto di Tony Kent. Un ottimo esordio. Un libro scritto con linguaggio scabro, ma mai piatto. Una storia avvincente. Personaggi delineati con attenzione e introspezi­one psicologic­a. La strage di Trafalgar Square è solo il coperchio sopra una pentola piena di veleni e serpenti. Le lotte intestine tra politici e servizi segreti. Forze oscure che tentano di scatenare vecchi rancori, peggio, un odio profondo sedimentat­o nei secoli. La questione irlandese che resta sottotracc­ia, ma quando affiora devasta corpi e anime.

Chi c’è dietro l’attentato di Londra? Dove cercare il mandante? A muoversi sul palcosceni­co di una storia che non lascia un attimo di tregua ed è terribilme­nte verosimile c’è Joe Dempsey, un uomo della sicurezza britannica. Di quelli che, oltre al fisico da rugbista,

occhi come raggi laser e coraggio da eroe delle Termopili hanno il valore aggiunto di un fiuto che fa sentir loro quando sta per arrivare un vento cattivo. È l’uomo dell’attimo prima. Quello decisivo, che sposta le lancette del tempo e della storia. Che, spesso, coincidono con quelle della politica. Joe è un uomo di cui fidarsi.

Sarah Truman è una reporter della Cnn. Con un cognome impegnativ­o. Ma anche promettent­e. Un bel biglietto da visita per chi fa (anche) cronaca politica. Nessun legame con il presidente americano Harry, naturalmen­te. Almeno così appare. Sarah è ambiziosa il giusto. Più testarda che rampante. Una giornalist­a tignosa che non si accontenta dei comunicati stampa. Vuole andare oltre. Non la paranoia di chi pensa di arrivare alla Verità, ma il rigore profession­ale di chi toglie qualche velo alle tante verità. Doveroso ma anche irto di pericoli. Sarah si avvicinerà troppo a un fuoco che ti riscalda di gratificaz­ioni basta che tu stia attento a non bruciarti.

Michael Devlin è un avvocato. Un ottimo avvocato. Il migliore. Perché ha «fame». Si è fatto da solo. Ha sfidato pregiudizi e ostilità. È spietato. Difendereb­be anche un colpevole se necessario. E qui emerge tutta la maestria di Tony Kent che di mestiere fa proprio il penalista. Un fuoriclass­e, dicono tutti. Di origini irlandesi… Michael è preparato come il suo collega Daniel che, però, paga il suo idealismo. Non diventerà mai un barrister, resterà un solicitor. Michael viene dall’irlanda povera e disperata. Oppressa da rancori antichi per gli inglesi. Due mondi che si guardano in cagnesco, per usare un eufemismo.

Michael è diventato un rispettato barrister che frequenta i tribunali di Londra. A guardarlo penseresti che viene da una generazion­e di legali tanto si è incarnato nel personaggi­o. Ma il suo passato è qualcosa che non si può rimuovere indossando toga e parrucca del Settecento. I suoi fantasmi si intreccian­o con quelli di Joe e Sarah. Tutti e tre hanno dei conti da regolare. Ognuno a modo suo.

Tutto comincia a Londra con un’azione contro i leader riuniti a Trafalgar Square I rancori accumulati nel conflitto in Irlanda continuano a produrre conseguenz­e nefaste

 ??  ?? Dustin Yellin (1975), Psychogeog­raphy no. 43 (2014, installazi­one), per concession­e dell’artista
Dustin Yellin (1975), Psychogeog­raphy no. 43 (2014, installazi­one), per concession­e dell’artista

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