«Dodici post su Instagram per il mio racconto dell’estate»
L’estate, le città che si svuotano, la memoria che riaffiora. Pacifico ha abbandonato momentaneamente la chitarra per pubblicare un racconto, L’estate che abbiamo trascorso. Al posto della classica carta però ha scelto Instagram: fino a fine agosto ogni due-tre giorni sul proprio profilo (@fonopacifico) apparirà un post (12 in tutto) con un capitolo e una foto a tema.
«Una notte mi sono messo a scrivere, le parole uscivano da sole, e poi, quando ho finito, ho pensato di regalarle a chi
mi segue», racconta Pacifico che precisa: «Non è un’operazione pubblicitaria organizzata da un social media manager ma una mia idea nata spontaneamente».
L’artista, che già in passato si era dedicato alla scrittura con due libri, il romanzo Ti ho dato un bacio mentre dormivi e la raccolta di pensieri sparsi Le mosche, dice di essersi ispirato «ai racconti a puntate pubblicati dai giornali». Un post dopo l’altro, L’estate che abbiamo trascorso ricorda i romanzi d’appendice, solo che qui si tratta di porzioni brevi, fulminee, adatte alla lettura su smartphone mentre si sta sdraiati sotto l’ombrellone.
«Il romanzo è grande, ne temo la dimensione e per questo punto alle brevi storie o alle canzoni — confessa il cantautore —. Un brano musicale ha il potere di diventare memorabile, lo ascolti e ti si fissa nella testa, ma puoi inserirvi massimo due o tre dettagli. Del racconto breve invece il lettore ricorda solo dei particolari ma puoi permetterti di scrivere di più».
Ambientato a San Firmino, «una località immaginaria al confine tra Abruzzo e Spagna», L’estate che abbiamo trascorso ha tutti gli ingredienti dei racconti estivi: «C’è la metropoli desolata, con le sue poche auto che però sembrano ancora più rumorose. C’è poi chi è costretto a restare, magari perché deve fare un trasloco o per lavorare, e c’è infine chi va via ma sente il fascino di quel vuoto».
La prima puntata si apre con Carmine Palatina, un uomo con «camicia aperta, pantaloncini, ciabatte di pelle incrociate, divisa estiva comune a molti ultrasessantenni» che però «probabilmente questa estate morirà». Ma per scoprirlo dovremo aspettare il prossimo post.