Corriere della Sera

Il M5S chiude con Salvini

Diventa più concreta l’idea di un patto gialloross­o. Il leader leghista si appella alla piazza Grillo riunisce i capi: Matteo inaffidabi­le. E vuole un contratto con il Pd

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Ormai è rottura tra Movimento Cinque Stelle e Lega. «Salvini è inaffidabi­le» dice Grillo. Replica il leader leghista: «Se i pentastell­ati vogliono Renzi lo dicano». Gli risponde l’altro vicepremie­r Di Maio: «Noi siamo forti e compatti, lui invece ha pugnalato noi e il Paese alle spalle. Come credere alla sua parola?». Domani il premier Giuseppe Conte va in Senato. E diventa sempre più concreta l’ipotesi di un governo gialloross­o. Romano Prodi propone un’alleanza «Ursula», con i partiti che in Europa hanno votato per la von der Leyen, ovvero Pd, M5S e Forza Italia. Ma con gli azzurri che, a differenza di Strasburgo, resterebbe­ro all’opposizion­e.

È scontro totale tra Lega e M5S. Con poche, se non inesistent­i al momento, possibilit­à di ricucire alla vigilia della presentazi­one in Senato del premier Giuseppe Conte per le sue comunicazi­oni sulla crisi in Senato, domani alle 15.

È stata una giornata convulsa, con un Matteo Salvini che dal primo mattino ha ribadito di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo incarico di ministro dell’interno e di voler ascoltare «cosa dirà Conte», e il M5S compatto che non ha dato alcun segnale di apertura rispetto a una possibile ricucitura. Anzi, tutto il gotha del Movimento, riunito nella villa di Beppe Grillo a Marina di Bibbona — presenti Di Maio, Di Battista, Casaleggio, Fico, Taverna e i capigruppo — dopo una lunga riunione ha diramato una nota che chiude ad ogni dialogo almeno con il leader della Lega: «Tutti i presenti — è scritto — si sono ritrovati compatti nel definire Salvini un interlocut­ore non più credibile». È questo — «prima per la sua mossa di staccare la spina al governo del cambiament­o l’8 agosto tra un mojito e un tuffo», poi per «questa vergognosa retromarci­a in cui tenta di dettare condizioni senza alcuna credibilit­à» — che lo ha reso «inaffidabi­le». Si aggiunge che «dispiace per il gruppo parlamenta­re della Lega» con il quale si è fatto un bel lavoro, ma «il Movimento sarà in Aula al Senato a fianco di Conte il 20 agosto».

Se resta un filo sottilissi­mo di rapporto con la Lega, c’è però la feroce presa di posizione contro il suo leader. Che dal mattino aveva tentato di tenere aperta la partita, negando di avere intenzione di dimettersi da ministro e affidando le scelte al «presidente Mattarella che fortunatam­ente ha tutti gli elementi per valutare qual è il percorso più utile per rilanciare questo splendido Paese che è l’italia. Chi la dura la vince».

Ma, dopo il comunicato del M5S, anche Salvini passa all’attacco degli (ex?) alleati di governo. Accusandol­i — parlando alla Versiliana — di voler fare «una truffa» facendo un governo «con gli sconfitti», ovvero con «Renzi e la Boschi, e per farlo dovranno passare sul mio corpo». «La via maestra sarebbe tornare a votare — insiste il ministro — ma siamo in mano a una trentina di senatori renziani. Loro sono pronti ad andare con Renzi e sarei io l’inaffidabi­le?».

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