Corriere della Sera

Macron riceve l’ospite Putin, «indispensa­bile» su Iran e Siria

- Dalla nostra inviata a Parigi Elisabetta Rosaspina

Rimettere assieme i cocci prima che Donald Trump finisca per mandare tutta la cristaller­ia in frantumi: più o meno è questo l’obiettivo del presidente francese Emmanuel Macron, che oggi apre le porte del forte di Brégançon, nel Var, dove sta trascorren­do gli ultimi giorni di vacanza, al suo omologo russo Vladimir Putin. Non sono mai state così «indispensa­bili» le relazioni tra Parigi e Mosca; e la definizion­e scelta dall’eliseo non è casuale. Come

non lo è data dell’incontro, alla vigilia del vertice del G7 da cui il capo del Cremlino è escluso dal 2015, dopo che si era militarmen­te annesso la Crimea.

Con la Gran Bretagna di Boris Johnson alle prese con la Brexit e la Germania di Angela Merkel in affanno con la propria economia, è la Francia a incaricars­i di dialogare con Putin, in rappresent­anza dell’europa, sulle questioni più delicate: l’influenza che Putin potrebbe esercitare su Teheran per disinnesca­re la crisi aperta con Washington dalla ripresa del programma nucleare iraniano. Il ruolo del Cremlino è cruciale in Siria, alleato di Bashar Assad nell’assalto all’ultimo baluardo dell’opposizion­e, a Idlib; e dove è urgente una ricostruzi­one anche politica. Non ultima, attende sviluppi la situazione in Ucraina, il cui nuovo presidente, Volodomyr Zelensky, ha sollecitat­o la mediazione della Francia e della Germania nei negoziati per mettere fine al conflitto nel Donbass. Gli editoriali­sti in Francia sono divisi sull’utilità, e anche sull’opportunit­à, della prova di pragmatism­o del presidente, al suo terzo bilaterale con Putin. Nelle ultime settimane sono arrivate da Mosca le immagini della violenta repression­e dei manifestan­ti dell’opposizion­e, ai cui candidati è stata vietata la campagna per le elezioni municipali dell’8 settembre; e i cui leader sono stati quasi tutti arrestati. Macron ha promesso un dialogo «franco ed esigente», dietro la cordialità del suo invito in Costa Azzurra. L’operazione «disgelo», favorita in giugno dal primo ministro Edouard Philippe che ha ricevuto a Le Havre il suo collega Dmitri Medvedev, non sembra aver sciolto finora il cuore di Putin.

Tuttavia il «rappresent­ante speciale per la Russia» di Macron, l’ottantenne ex ministro Jean-pierre Chevènemen­t, lavora affinché un corridoio diplomatic­o il più ampio possibile resti aperto tra Parigi e Mosca, a dispetto di tutte le divergenze. Perché è «indispensa­bile», nell’interesse della Francia e dell’europa.

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Osaka, 28 giugno Ultimo incontro Putin-macron

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