In Argentina aumento dei salari minimi e taglio di tasse
● Le dimissioni sono causate dal crollo delle Borse in reazione al risultato delle primarie, da cui Macri è uscito sconfitto RIO DE JANEIRO È l’ora di tranquillizzare il Paese e i mercati finanziari, che hanno gettato l’argentina ancora una volta sull’orlo dell’abisso. Lo pensano sia il presidente Mauricio Macri, «anatra zoppa» con remote speranze di rielezione a fine ottobre, sia il suo avversario peronista Alberto Fernández, trionfatore a sorpresa delle primarie di domenica scorsa.
Macri (del partito di destra Proposta Repubblicana) ha deciso di sacrificare il suo ministro dell’economia per dare credibilità a un pacchetto anticrisi di emergenza: esce di scena Nicolás Dujovne, in carica dell’inizio del 2017, ed entra Hernán Lacunza, che ha già svolto una funzione analoga nella provincia di Buenos Aires. Dujovne viene simbolicamente immolato essendo l’uomo che ha portato a casa l’accordo con il Fondo Monetario per 57 miliardi di dollari dello scorso anno, pacchetto che ha contribuito non poco al crollo di popolarità del governo Macri: percepito come inutile, il segnale di un ritorno all’austerità, se non del tutto umiliante per l’argentina.
La gestione attuale dell’economia è un fallimento, oltre ogni dubbio e Macri è ora costretto ad ammetterlo. Il denaro dell’fmi avrebbe dovuto sostenere la quotazione del peso, quindi aiutare a controllare l’inflazione e rimettere in carreggiata un’economia debole. Invece è successo il contrario: soltanto nella prima metà dell’anno i prezzi sono cresciuti del 22 per cento, uno dei tassi più alti al mondo, e l’economia è in recessione. Un terzo della popolazione è tornato sotto la linea di povertà.
Dopo aver letto i risultati delle primarie (il presidente in carica è indietro di 15 punti rispetto a Fernández, erede del Partito Giustizialista) e vista la reazione disperata dei mercati (i quali temono il ritorno delle politiche populiste dell’era Kirchner), Macri ha deciso di lanciare un pacchetto anticrisi, che Dujovne, da buon economista liberista, non poteva accettare.
Prevede l’aumento del salario
Staffetta
Lascia Dujovne che aveva negoziato l’accordo con l’fmi, al governo entra Lacunza