Corriere della Sera

Lo« Chabod» appoggio ideale per chi punta il Gran Paradiso

- Di Lorenzo Cremonesi

Forse meno conosciuto del vicino rifugio Vittorio Emanuele, lo Chabod resta comunque uno dei punti di appoggio d’alta quota più belli per le salite al Gran Paradiso. Con il pregio che è in genere meno affollato. Per chi ama le traversate può essere molto interessan­te salire sulla cima del Gran Paradiso

Le «strade»

I ripidi ghiacciai o la traversata a mezza costa lungo un sentiero

dallo Chabod per un tratto di ghiacciaio ripido e crepacciat­o, scendendo poi nella vallata del rifugio «cugino». Per gli escursioni­sti che non amano corda, piccozza e ramponi, vale invece l’intera gita la traversata a mezza costa — a 2.000 metri di quota — sul sentiero ben segnato che in meno di tre ore a passo normale unisce i due rifugi passando morene e torrenti a picco sull’alta Valsavaren­che. La salita al rifugio (2.750 metri di quota) necessita circa tre ore per novecento metri di dislivello: partenza su di un sentiero ottimament­e tracciato nel bosco che sbuca poi sugli ampi pascoli appena sotto al ghiacciaio, oggi anch’esso in ritirata a causa degli effetti dei cambiament­i climatici. Una divertente escursione dal rifugio può essere la salita in circa due ore al bivacco Sberna (3.414 metri di quota), che permette a tutti di provare le sensazioni dell’alta montagna muovendosi su un terreno comunque ancora poco pericoloso.

 ??  ?? In vetta Il rifugio Chabod (nella foto in alto, tratta da Wikipedia) e una veduta del Gran Paradiso con un gruppo di stambecchi
In vetta Il rifugio Chabod (nella foto in alto, tratta da Wikipedia) e una veduta del Gran Paradiso con un gruppo di stambecchi

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