Corriere della Sera

Il canto del cigno di un fuoriclass­e

- di Antonio Carioti

Il fascino del calcio dipende da molti fattori. Uno è che non sempre vince il più forte, perché l’esito di una partita può essere condiziona­to da fattori casuali. Un altro è che per lo stesso motivo le sorti di un incontro possono facilmente rovesciars­i all’improvviso. Un terzo è che giocatori molto dotati

tecnicamen­te possono dare contributi decisivi anche in precarie condizioni fisiche o in età relativame­nte avanzata. Una riprova di tutto questo è facilmente riscontrab­ile nella vicenda narrata da Sergio Taccone, con prosa scorrevole e appassiona­nte, nel libro Milan 1979. L’anno della Stella (Urbone Publishing, pp. 180, 12). La squadra rossonera quell’anno non era certo in teoria la meglio attrezzata, ma approfittò dell’inesperien­za o della scarsa vena di altre compagini, rispettiva­mente Inter e Juventus. A favorire i ragazzi allenati da Niels Liedholm furono anche episodi rocamboles­chi, come i due gol in extremis di Walter De Vecchi che evitarono la sconfitta nel derby di ritorno. E poi non bisogna dimenticar­e che quello fu l’ultimo anno di Gianni Rivera, capace di regalare ancora splendido calcio, nonostante la lunghissim­a militanza e qualche acciacco.

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