Il canto del cigno di un fuoriclasse
Il fascino del calcio dipende da molti fattori. Uno è che non sempre vince il più forte, perché l’esito di una partita può essere condizionato da fattori casuali. Un altro è che per lo stesso motivo le sorti di un incontro possono facilmente rovesciarsi all’improvviso. Un terzo è che giocatori molto dotati
tecnicamente possono dare contributi decisivi anche in precarie condizioni fisiche o in età relativamente avanzata. Una riprova di tutto questo è facilmente riscontrabile nella vicenda narrata da Sergio Taccone, con prosa scorrevole e appassionante, nel libro Milan 1979. L’anno della Stella (Urbone Publishing, pp. 180, 12). La squadra rossonera quell’anno non era certo in teoria la meglio attrezzata, ma approfittò dell’inesperienza o della scarsa vena di altre compagini, rispettivamente Inter e Juventus. A favorire i ragazzi allenati da Niels Liedholm furono anche episodi rocamboleschi, come i due gol in extremis di Walter De Vecchi che evitarono la sconfitta nel derby di ritorno. E poi non bisogna dimenticare che quello fu l’ultimo anno di Gianni Rivera, capace di regalare ancora splendido calcio, nonostante la lunghissima militanza e qualche acciacco.