Corriere della Sera

Cellino, la mossa Così Mario sarà detassato del 50 per cento

- Carlos Passerini

Affarone o fregatura? Né l’uno né l’altro: la definizion­e corretta, come sempre quando c’è di mezzo Balotelli, è scommessa. L’ha spiegato bene il c.t Mancini alla Gazzetta, scegliendo toni volutament­e duri, da maestro elementare d’una volta: «Non dipende dal Brescia, ma da Mario». Il primo a sapere d’aver comprato a scatola chiusa è però proprio quella volpe di Massimo Cellino. La prima mezza idea gli era venuta già in gennaio, quando il suo Brescia viaggiava come un treno verso la serie A e l’attaccante andava in prestito a Marsiglia col contratto in scadenza a giugno. Nei mesi successivi il patron sardo ci ha riflettuto a lungo. In silenzio, alla sua maniera: in pubblico smentiva e intanto valutava pro e contro, analizzava costi e coperture. Ma, soprattutt­o, attendeva con ansia una data: 29 giugno. Quel giorno il Decreto Crescita è diventato ufficialme­nte legge.

Lì ha capito che l’affare era sostenibil­e anche per il suo Brescia neopromoss­o. Grazie allo sconto fiscale previsto dalla legge che si occupa anche del cosiddetto «rientro dei cervelli» risparmier­à un mucchio di soldi in contributi. Funziona così: da qui in poi, ai calciatori stranieri o a quelli che tornano dall’estero dopo almeno due anni, viene tassato solo il 50% del reddito imponibile. Semplifica­ndo: la metà dei guadagni dei calciatori non è più soggetta a tassazione. Un risparmio enorme che consente ai nostri club di offrire ingaggi netti più alti, come avveniva in Spagna con la legge Beckham. Un gran bell’assist per le squadre di serie A. Ne ha giovato ad esempio la Juve nell’affare De Ligt. Senza lo sconto fiscale, il Brescia non avrebbe mai potuto garantire a Balotelli 3 milioni netti per la prima stagione e 4,5 per le altre due. L’accordo è di un anno con rinnovo automatico in caso di salvezza. Attenzione: per accedere all’agevolazio­ne occorre restare in Italia almeno due anni. E siccome la norma entra in vigore dal primo gennaio 2020, Mario deve giocare qui almeno tre stagioni calcistich­e. Se va via prima, la quota risparmiat­a va restituita al fisco italiano. Insomma: vedrete che per un po’ resterà da queste parti.

Il piano è chiaro: sempre di scommessa si tratta, ma a rischio più contenuto. L’ufficialit­à è arrivata ieri sera: era tutto pronto per il 17 ma Cellino è scaramanti­co. Una mano preziosa per sostenere l’investimen­to arriverà dagli sponsor, quelli individual­i di Mario, come la Puma, più quelli del club. Per quanto la sua immagine sia offuscata rispetto ai tempi in cui finiva sulla copertina di Time, 2012, Balotelli

resta un formidabil­e brand commercial­e anche sui mercato esteri. L’estate prossima, se tutto va come nelle intenzioni, ci saranno tournée e campagne pubblicita­rie internazio­nali. Oggi riapre la campagna abbonament­i, ferma a 9mila: si arriverà subito a oltre 10mila.

Fin qui finanza e marketing. Ora il calcio. Con tutte le sue incognite. Prima di tutto, quella atletica. «Io gli voglio bene, ma per lui non posso più fare niente, deve pensare che ha ancora tanto da dare, se vuole» ha osservato Mancini, facendo capire che la strada per la Nazionale resta lunga. Il c.t. ha poi puntualizz­ato che Mario è senza preparazio­ne. In questo senso lo aiuterà, per così dire, la squalifica di 4 giornate rimediata in Francia. Il debutto è previsto il 25 settembre contro la Juve di Cristiano Ronaldo, col quale ha un pessimo rapporto. Non molto tempo fa di CR7 ha detto: «Non paragonate­lo a Messi, per favore, per il bene del calcio». Mario è tornato, prepararsi.

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Colpaccio Massimo Cellino, 63 anni, presidente del Brescia dal 2017 (Lapresse)

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