Corriere della Sera

La battaglia dei tassi Usa Pressing di Trump sulla Fed

Oggi atteso un taglio al costo del denaro. Maxi iniezione di liquidità: 75 miliardi

- di Giuseppe Sarcina DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE Giuseppe Sarcina

La Fed si prepara a tagliare di un altro 0,25% il tasso di interesse. Oggi, a conclusion­e della riunione del Fomc, il comitato monetario, il numero uno Jerome Powell dovrebbe annunciare la mossa largamente attesa dai mercati, portando il costo del denaro nella fascia tra l’1,75 e il 2%. Ieri la Banca centrale ha deciso anche di immettere liquidità diretta nel sistema, intervenen­do nel mercato del finanziame­nto a breve termine con operazioni dal valore di 75 miliardi di dollari, condotte dalla filiale di New York. È la prima volta dai tempi della grande crisi del 2008.

Ma probabilme­nte queste decisioni non basteranno a placare Donald Trump. Il presidente ha preparato a modo suo l’appuntamen­to di oggi con un lungo tweet postato lunedì 16, in cui praticamen­te intima alla Fed di spezzare

quello che considera l’assedio mondiale all’economia americana. Da una parte c’è la Cina «che negli ultimi tre anni ha ridotto i prezzi di produzione, svalutando la sua moneta». Dall’altra ci sono «altri Paesi», e qui il riferiment­o è all’unione europea, che si stanno avvantaggi­ando perché «gli Stati Uniti pagano un tasso di interesse molto più alto». Conla

clusione sprezzante: «Tutti questi concorrent­i non sanno quanto siano fortunati perché Jay Powell e la Fed non hanno il minimo sentore di ciò che sta avvenendo. E ora, ci mancava solo il colpo del petrolio. Gli alti tassi di interesse devono scendere. Stimulus! (più liquidità nel sistema ndr)».

Powell, ancora una volta, è chiamato a reggere l’urto del

Casa Bianca.

L’evoluzione del contesto economico, però, consente al numero uno della Banca centrale di mantenere una linea di coerenza. Powell aveva cominciato il suo mandato con il graduale rientro verso una situazione di normalità, aumentando leggerment­e i tassi, tenendo d’occhio l’inflazione, ancora sotto la soglia del 2%, e la percentual­e dei disoccupat­i, stabilment­e sotto il 4%. La svolta è avvenuta il 31 luglio scorso, con la prima sforbiciat­a dello 0,25%. Powell e il Comitato monetario avevano giustifica­to l’inversione di marcia con i dati raccolti dal «Beige Book», l’indagine sulla congiuntur­a nel Paese. Consumi in calo, attività produttiva al rallentato­re, con l’auto in chiara difficoltà; debole crescita dei salari, prezzi sostanzial­mente fermi.

Alla dinamica interna si aggiungono le incognite internazio­nali, a cominciare proprio dall’emergenza petrolio provocata dall’attacco alle raffinerie saudite.

Aumentano le tensioni anche sul fronte dazi. Il Wto ha stabilito che la Boeing fu danneggiat­a dalla concorrenz­a sleale di Airbus, finanziata da aiuti di Stato. L’organizzaz­ione mondiale del commercio ha autorizzat­o gli Stati Uniti a rivalersi del danno con tariffe applicate all’import europeo. Il 30 settembre il Wto comunicher­à quale dovrà essere l’ammontare massimo. Si parla di prelievi su un controvalo­re di import tra i 4 e gli 11 miliardi di dollari. Sarebbero colpiti anche prodotti dell’agroindust­ria italiana.

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