Whirlpool vende Napoli, è sciopero
Cessione a Prs. Il Mise: grave scorrettezza. I sindacati: una decisione che offende
ROMA Via da Napoli. Quello che si temeva da ieri è una certezza: Whirlpool lascia Napoli. Il sito partenopeo di via Argine sarà ceduto alla società Passive Refrigeration Solutions S. A. (Prs) che produce container refrigeranti. Un’operazione da 20 milioni di euro già avviata e che si concluderà entro il 31 ottobre con efficacia dal primo novembre, spiega Whirlpool Emea, «che garantirà per tutti i lavoratori, (420, ndr), i diritti acquisiti, le tutele reali e il livello contributivo corrente». Ormai si vendono sempre meno lavatrici di alta gamma, aggiunge l’azienda, il che ha costretto lo stabilimento di Napoli «ad operare al di sotto del 30% della propria capacità produttiva, determinando una situazione non più sostenibile per azienda e dipendenti».
L’annuncio è stato dato ieri al ministero dello Sviluppo economico dall’amministratore delegato Luigi La Morgia, dopo essere stato ricevuto dalla neo sottosegretaria Alessandra Todde e dal vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial insieme con i sindacati. Ed è stata per tutti una vera doccia fredda, soprattutto dopo il lavoro fatto negli ultimi mesi, gli accordi sottoscritti con il ministero e i fondi stanziati affinché il gruppo non lasciasse Napoli. Diciassette milioni di euro non sono però bastati.
«Una decisione unilaterale» e «una grave scorrettezza — dice la sottosegretaria Todde — che disattende gli impegni presi in questi mesi di confronto al Mise ma anche l’accordo sottoscritto nell’ottobre 2018». Il governo, aggiunge Sorial che del caso si occupa da mesi, «non può accettare il comportamento di Whirlpool che ha sempre trovato il supporto e la collaborazione di tutte le istituzioni».
I sindacati insorgono. E promettono proteste e scioperi. Per tutta la giornata di ieri decine di lavoratori hanno aspettato notizie sotto al Mise, in via Veneto a Roma, ma appena si è sparsa la voce della cessione è esplosa la rabbia. Questa mattina i dipendenti napoletani si riuniranno in assemblea e bloccheranno i cancelli. Poi giovedì, i delegati di tutti gli stabilimenti Whirlpool in Italia decideranno la data dello sciopero. Infine, promette Barbara Sanaldi della Fiom, «ci sarà una manifestazione nazionale: la decisione dell’azienda — dice — è offensiva verso tutte le lavoratrici e i lavoratori: c’era un accordo, i dirigenti italiani ci dicano se hanno margini di trattativa o si limitano ad eseguire le direttive da oltreoceano». Fim Cisl propone «una mobilitazione unitaria con Fiom e Uilm» e la leader Cisl Annamaria Furlan definisce «irresponsabile il comportamento di Whirlpool». L’azienda spiega però che la scelta è caduta sulla società Prs che garantisce «un elaborato progetto di riconversione» e «sarà in grado di mantenere gli attuali livelli occupazionali». Prs ha sede a Lugano ed è guidata dall’italiano Giovanni Battista Ferrario.