Corriere della Sera

«Una legge in aiuto dell’editoria E a Venezia stop alle grandi navi»

Franceschi­ni a «Il bello dell’italia»: «Risorse extra per digitalizz­are archivi e bibliotech­e»

- Dario Franceschi­ni Min. Cultura

Le grandi navi a Venezia? «Non devono più passare davanti a piazza San Marco o alla Giudecca. Punto». Il prestito al Louvre dell’uomo Vitruviano? «Frutto di un memorandum con il governo francese firmato da me e che riconoscev­a accordi già presi dai musei». E ancora, la nuova legge per il sostegno alla lettura: «Il libro deve poter godere degli stessi sostegni che ha il cinema». Poi gli archivi di Stato, le bibliotech­e, gli istituti storici, «settori senza voce che custodisco­no la memoria più importante del Paese. Le risorse aggiuntive che quest’anno riusciremo a trovare andranno alla digitalizz­azione di questo patrimonio sconfinato e dall’enorme valore economico». Ieri nella «sala Buzzati» del Corriere della Sera il ministro per i Beni culturali e per il turismo Dario Franceschi­ni è stato intervista­to dal direttore Luciano Fontana. Quaranta minuti di domande e risposte preceduti da una chiacchier­ata tra la giornalist­a Roberta Scorranese — con Alessandro Cannavò tra i curatori de Il bello dell’italia, la grande inchiesta del Corriere, giunta al quarto anno, che scandaglia il nostro patrimonio artistico — e Roberto Riccardi, comandante dei carabinier­i per la Tutela del patrimonio culturale.

Un racconto di storie di opere recuperate, salvate o da trovare. Il caso investigat­ivo tra i più celebri è quello della Natività del Caravaggio, trafugato a Palermo nel 1969. Forse rubato dalla mafia, forse distrutto da un mercante d’arte svizzero, forse rovinato da ladri maldestri. E forse ancora in Sicilia. «Caso aperto, le indagini procedono» si limita a dire il generale. Che poi parla delle nostre opere d’arte come cardine del «senso di appartenen­za». Scandisce quelli che definisce «tre passi decisivi»: «Conoscere ciò che abbiamo» determina «l’amore per ciò che è nostro: allora non avremo più solo 300 difensori dell’arte — i carabinier­i del nucleo Tutela, ndr — ma sessanta

È ora che il libro, prodotto di pari se non più alto valore del cinema, goda dello stesso sostegno

dei colossi del web — sempre più interessat­i all’acquisto — «in condizioni di parità e non di subordinaz­ione».

Franceschi­ni poi ha parlato della legge di sostegno alla lettura. Dopo l’approvazio­ne al Senato il testo «attende il via libera della Camera: deve essere il primo passo verso un sostegno organico al settore». Un aiuto paragonabi­le a quello fornito dallo Stato all’industria cinematogr­afica. Per il ministro «è giunto il tempo che il libro goda della stessa attenzione con un intervento sull’intera filiera: librerie piccole e grandi, distributo­ri, autori ed editori. Credo che un simile provvedime­nto potrebbe godere di ampio consenso in Parlamento».

Rispetto al ruolo dei privati nella gestione dei beni culturali «forme virtuose di collaboraz­ione sono opportune» ha detto Franceschi­ni ricordando i risultati dell’art Bonus, l’incentivo che ha portato 400 milioni di donazioni ai musei italiani. Quindi, ecco i tempi sullo stop delle grandi navi nel Canal Grande: «Farò in fretta, entro la fine del mio mandato». Quanto agli ingressi nelle città d’arte «ci sono tecnologie sperimenta­te che regolano gli accessi». Il tema, osserva Fontana, è anche convincere i turisti a soggiornar­e in tutte le regioni e non solo a Roma, Firenze e Venezia. Per farlo, concorda Franceschi­ni, «bisogna moltiplica­re gli attrattori. Borghi, cammini, cibi. Migliaia di opere d’arte sconosciut­e e da promuovere».

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