Scudo per i vertici ex Ilva, stallo in Senato
L’ad uscente Jehl in audizione: noi frenati dalle regole che favoriscono i prodotti extra-ue
Emissioni zero nel 2050. Incidenti tendenti allo zero nel più breve tempo possibile. Nella sua ultima uscita pubblica come amministratore di Arcelormittal Italia (è già ex ad, ma ieri la sostituta Lucia Morselli si è limitata ad affiancarlo nell’audizione in commissione Attività produttive della Camera) Matthieu Jehl ha provato a dare una visione da oggi ai prossimi 30 anni dell’ex Ilva.
Attualmente, sul mercato europeo pesa «il Pil in diminuzione in molti Paesi Ue e l’abbassamento di livelli produttivi anche a causa della crisi dell’automotive, che ha visto una contrazione dal 2018 del 10%». Gli altri problemi arrivano dall’esterno, «dall’aumento delle importazioni nella Ue (+12,6% nel 2018) causato dai dazi Usa e dalle deboli misure di salvaguardia europee, con i livelli di importazioni dalla Turchia aumentati di oltre 5 volte dal 2016, mentre tra il 2018 e la prima metà del 2019 le importazioni di acciaio provenienti soprattutto dalla Turchia, ma anche da Cina, India, Corea e altri Paesi sono aumentate del 14%». E, allora, prima ancora di rispondere alle domande dei parlamentari, è Jehl a chiedere loro una mano, sollecitando l’attuazione del cosiddetto “carbon border adjustment”, in base al quale prodotti di acciaio importati devono avere vincoli di costo della CO2 simili a quelli dei produttori Ue. In cambio Arcelormittal «riconosce la responsabilità di abbassare le emissioni di CO2, per arrivare a zero nel 2050. Ma vogliamo essere certi che dal 2020 al 2050 tutti giochino con le stesse regole del gioco». La garanzia offerta è nel piano Ambientale, «il più ambizioso di sempre per Arcelormittal: la copertura parchi è l’intervento più visibile, ma solo la punta di un iceberg. Lavoriamo, infatti, su più di 70 progetti».
Poi c’è la sicurezza sul lavoro, tema per il quale Jehl sottolinea come negli stabilimenti ex Ilva, da ottobre 2018 a settembre 2019, «l’indice di frequenza degli incidenti è sceso da 20 a 12,2, mentre quello di gravità da 0,7 a 0,4». Quanto all’immunità penale per la quale al Senato slitta l’esame - Jehl non si dilunga perché «è un tema sbagliato. Tutti noi siamo responsabili di quello che facciamo, ma regole del gioco che fanno parte della trattativa dall’inizio, dal 2014, non si possono cambiare a metà partita».